Saldo E Stralcio Con La Banca: Come Negoziare Bene E Chiudere Il Debito

Introduzione

Ricominciare grazie alla negoziazione con la banca – Ogni giorno migliaia di famiglie e imprese italiane devono fare i conti con debiti bancari difficili da sostenere. La crisi economica, l’aumento dei tassi di interesse e le difficoltà di accesso al credito possono portare all’apertura di scoperti di conto corrente, ritardi nei pagamenti di mutui o leasing e alla perdita del lavoro. Quando la banca inizia ad attivare le procedure di recupero crediti, la situazione diventa stressante: minacce di ipoteche, segnalazioni nella Centrale Rischi o addirittura pignoramenti e vendite all’asta. Molti debitori, sotto pressione, commettono errori: firmano piani di rientro insostenibili, pagano somme non dovute o rinunciano a far valere i propri diritti. In questo contesto il saldo e stralcio – cioè l’accordo con il quale il debitore paga una somma ridotta per chiudere definitivamente il debito – rappresenta una soluzione strategica per ripartire. Tuttavia non si tratta di una pratica “fai da te”: richiede analisi legale, conoscenza delle clausole contrattuali, utilizzo delle norme sulla tutela del consumatore e delle sentenze più recenti.

In questo articolo approfondiremo, dal punto di vista del debitore, tutte le fasi del saldo e stralcio: verificheremo le fonti normative, le pronunce della Corte di Cassazione, i termini e le scadenze da rispettare, le eccezioni difensive più efficaci, gli strumenti alternativi (ad esempio la procedura di sovraindebitamento, la rinegoziazione assistita o la rottamazione delle cartelle). Illustreremo come calcolare correttamente il “saldo rettificato” eliminando anatocismo, usura e commissioni illegittime, quali documenti richiedere alla banca e come impostare la trattativa. Forniremo consigli pratici per evitare gli errori più frequenti e rispondere a domande comuni (FAQ).

Chi è l’Avv. Giuseppe Angelo Monardo

L’autore di questo articolo è l’Avv. Giuseppe Angelo Monardo, con studio in Italia, avvocato cassazionista e coordinatore di un team multidisciplinare di avvocati e commercialisti con esperienza nazionale in diritto bancario e tributario. Le sue competenze comprendono:

  • Gestore della crisi da sovraindebitamento ai sensi della Legge 3/2012 (“legge anti-suicidi”) e iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia per l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Questo ruolo consente di assistere consumatori e piccoli imprenditori nella predisposizione di piani del consumatore, accordi di ristrutturazione e liquidazioni controllate .
  • Esperto negoziatore della crisi d’impresa ai sensi del Decreto Legge 118/2021, che ha introdotto la composizione negoziata della crisi: un percorso stragiudiziale per aiutare imprenditori in difficoltà a trovare accordi con i creditori sotto la guida di un esperto indipendente .
  • Professionista fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi, con competenze certificate nel settore bancario e finanziario: dalla verifica dei contratti ai contenziosi contro anatocismo e usura .

L’avvocato e il suo staff possono assistere concretamente il lettore in varie fasi: analisi del contratto di conto corrente, contestazione di clausole illegittime, calcolo del saldo rettificato, presentazione di ricorsi d’urgenza per sospendere pignoramenti o esecuzioni, avvio di procedure di sovraindebitamento, redazione di piani di rientro sostenibili e, soprattutto, negoziazione di accordi di saldo e stralcio con la banca. La consulenza comprende anche la difesa tributaria (rottamazione, definizione agevolata), la tutela contro segnalazioni scorrette alla Centrale Rischi o al CRIF, l’impugnazione di ipoteche illegittime e la protezione del patrimonio familiare.

Se hai ricevuto solleciti di pagamento, atti di precetto o vuoi chiudere un debito bancario con un accordo conveniente, contatta subito l’Avv. Giuseppe Angelo Monardo per una valutazione legale personalizzata. I contatti sono riportati alla fine dell’articolo.

Quadro normativo e giurisprudenziale

In questa sezione analizziamo le norme italiane e le pronunce giurisprudenziali che regolano il saldo e stralcio, la prescrizione dei crediti bancari, la tutela del consumatore e le procedure di sovraindebitamento. Il diritto applicabile è complesso perché occorre considerare: (1) le norme di diritto civile (contratti, prova, transazione), (2) la normativa bancaria (TUB, istruzioni di Banca d’Italia), (3) le leggi speciali per la crisi da sovraindebitamento e (4) la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione.

Principi generali: transazione e onere della prova

Il saldo e stralcio è un accordo transattivo. L’art. 1965 del Codice Civile definisce la transazione come il contratto con cui le parti, mediante reciproche concessioni, mettono fine a una lite già iniziata o prevengono una lite che può sorgere . Perché vi sia una transazione valida occorrono: (a) un rapporto giuridico controverso o potenzialmente litigioso; (b) concessioni reciproche; (c) la volontà di porre fine alla controversia o di prevenire la lite. Nel saldo e stralcio, la banca rinuncia a parte del credito e il debitore si obbliga a pagare immediatamente una somma ridotta; tale accordo estingue il debito e impedisce ulteriori azioni esecutive.

L’art. 2697 del Codice Civile attribuisce l’onere della prova: chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento; chi eccepisce l’inefficacia o estinzione deve provare i fatti su cui basa la sua eccezione . Nelle controversie bancarie ciò significa che il correntista che contesta interessi anatocistici o usura deve fornire la documentazione contrattuale e contabile; d’altra parte la banca che eccepisce la prescrizione deve dimostrare la natura solutoria delle rimesse e l’esistenza di un saldo a debito calcolato senza addebiti illegittimi. Come chiarito dalla Cassazione, la prescrizione non decorre dalle rimesse meramente ripristinatorie e il saldo da considerare è quello rettificato (pulito da interessi, commissioni e spese illegittimi) .

La legge 3/2012 (sovraindebitamento) e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII)

La Legge 3/2012 disciplina la composizione delle crisi da sovraindebitamento, introducendo tre strumenti per soggetti non fallibili (consumatori, professionisti, piccole imprese): il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio. Ai sensi dell’art. 7, il debitore in stato di sovraindebitamento può proporre ai creditori un accordo assistito da un Organismo di Composizione della Crisi (OCC); le proposte devono prevedere il pagamento dei creditori privilegiati in misura non inferiore a quanto riceverebbero in caso di liquidazione . La legge è stata integrata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), entrato in vigore definitivamente nel 2022, che ha riordinato e armonizzato le procedure concorsuali.

Tra le disposizioni rilevanti per la gestione dei debiti bancari vi è l’art. 71 CCII, che disciplina l’esecuzione del piano del consumatore. Il debitore deve compiere gli atti necessari a dare esecuzione al piano e l’Organismo di Composizione della Crisi ne sorveglia l’attuazione; il giudice può disporre il svincolo delle somme e la cancellazione delle iscrizioni ipotecarie al termine dell’esecuzione . Se il piano non è eseguito per causa imputabile al debitore, i creditori riacquistano i loro diritti e possono riprendere azioni esecutive.

Nel 2024 è stato approvato il Decreto Legislati​vo 83/2022 (cosiddetto “Correttivo-ter”), che ha introdotto importanti modifiche per favorire l’accesso alle procedure da sovraindebitamento. Tra le novità: la possibilità per le famiglie di presentare un piano congiunto per debiti personali; l’estensione del piano del consumatore a tutti i debiti personali del debitore, escludendo però quelli derivanti da attività imprenditoriale ; la semplificazione della liquidazione controllata (equivalente alla liquidazione del patrimonio) con tempi più rapidi e la previsione di un trattamento differenziato per imprenditori agricoli e professionisti ; l’obbligo per gli OCC di accedere alle banche dati fiscali e previdenziali per verificare la situazione patrimoniale del debitore . Queste norme permettono di proporre accordi realistici anche a chi ha debiti bancari e di chiudere la posizione con il saldo e stralcio come fase finale del piano.

Composizione negoziata della crisi d’impresa (D.L. 118/2021)

Il Decreto Legge 118/2021, convertito in legge, ha introdotto la composizione negoziata della crisi d’impresa, una procedura volontaria per imprenditori commerciali o agricoli in difficoltà che intendono proseguire l’attività. L’art. 2 stabilisce che l’imprenditore può chiedere alla Camera di Commercio la nomina di un esperto indipendente quando la crisi appare ragionevolmente reversibile; l’esperto agevola le trattative con i creditori per il risanamento . L’art. 3 prevede la creazione di una piattaforma telematica nazionale e i requisiti per l’iscrizione degli esperti (avvocati, commercialisti, manager con esperienza in ristrutturazioni) . Questa procedura, pensata per le imprese, può essere combinata con un saldo e stralcio quando l’accordo prevede la falcidia dei debiti bancari per consentire la continuità aziendale.

Giurisprudenza della Cassazione sul conto corrente e la prescrizione

Negli ultimi anni la Corte di Cassazione ha reso numerose sentenze in materia di conti correnti bancari, anatocismo, usura e prescrizione. Queste pronunce sono fondamentali per valutare la legittimità del saldo dovuto e per impostare la trattativa di saldo e stralcio. Riassumiamo le più rilevanti (aggiornate all’ottobre 2025).

Saldo rettificato e rimesse ripristinatorie

Con sentenza Cass. 22920 del 12 giugno 2025, la Suprema Corte ha ribadito che, ai fini della prescrizione decennale dell’azione di ripetizione, occorre considerare il saldo rettificato: cioè il saldo ricalcolato eliminando tutte le voci illegittime come anatocismo, commissioni di massimo scoperto e spese non pattuite . La Corte ha affermato che le rimesse effettuate entro il fido (rimesse ripristinatorie) non interrompono la prescrizione e non sono qualificabili come pagamenti, ma semplicemente come ripristino del saldo. Solo i versamenti che eccedono il fido (rimesse solutorie) possono considerarsi pagamenti e far decorrere la prescrizione . La banca che eccepisce la prescrizione ha l’onere di provare la natura solutoria delle rimesse; il correntista, invece, deve indicare le movimentazioni e contestare analiticamente gli addebiti.

Anatocismo e patti chiari

Con ordinanza Cass. 28325 del 14 ottobre 2025, la Corte ha ricordato che la validità della capitalizzazione trimestrale degli interessi (anatocismo) dopo il 1° gennaio 2000 è subordinata alla stipula di un patto scritto. In mancanza del patto, la banca non può addebitare interessi anatocistici; pertanto, nel calcolo del saldo rettificato tali addebiti devono essere eliminati. La Corte ha anche precisato che in presenza di clausole nulle o mancate pattuizioni, la banca deve applicare il tasso legale agli interessi passivi . Questa pronuncia ha grande rilevanza per il saldo e stralcio: il debitore può ridurre il saldo ricalcolando il debito senza anatocismo e usura.

Responsabilità della banca per segnalazioni errate alla Centrale Rischi

Con sentenza Cass. 3580 del 9 febbraio 2024, la Corte ha condannato una banca che, nonostante il pagamento delle prime rate di un accordo di rientro, continuava a segnalare il cliente come “sofferente” nella Centrale Rischi di Banca d’Italia. La Corte ha affermato che la banca deve tempestivamente rettificare le segnalazioni quando la posizione del cliente migliora, e in caso contrario risponde dei danni . Questa decisione è utile per i debitori che intendono chiudere la posizione tramite saldo e stralcio: una volta stipulato l’accordo, la banca è tenuta a cancellare le segnalazioni negative.

Colpa del consumatore e concessione irresponsabile del credito

Con sentenza Cass. 20725 del 22 luglio 2025, la Corte ha esaminato un caso di sovraindebitamento del consumatore. Ha stabilito che la banca non è sempre obbligata a raccogliere ulteriori informazioni oltre a quelle fornite dal consumatore, ma deve valutare correttamente la documentazione presentata; la negligente concessione del credito non esclude la colpa del consumatore se quest’ultimo ha fornito informazioni inesatte . A distanza di pochi giorni, con sentenza Cass. 21048 del 24 luglio 2025, la Corte ha precisato che l’imprudenza o la colpa nella concessione del credito da parte del finanziatore non elimina la responsabilità del debitore, il quale potrebbe comunque essere considerato incolpevole solo se dimostra che l’erogazione del credito non era sostenibile .

Opposizione dei creditori nei piani del consumatore e accordi di ristrutturazione

Con ordinanza Cass. 20672 del 22 luglio 2025, la Corte ha chiarito che i creditori che hanno concorso a determinare l’insolvenza del debitore (ad esempio concedendo crediti eccessivi) possono opporsi all’omologazione del piano del consumatore o dell’accordo di ristrutturazione, ma la loro opposizione è limitata al rispetto delle regole e non può riguardare l’opportunità economica dell’accordo . Il giudice deve quindi valutare la legittimità e la corretta informazione dei creditori; se i requisiti sono rispettati, l’accordo può essere omologato nonostante l’opposizione.

Esdebitazione e liquidazione controllata

La procedura di esdebitazione consente al debitore, dopo la liquidazione del patrimonio, di ottenere la liberazione dai debiti non soddisfatti. La Cassazione ha stabilito che la domanda di esdebitazione è un procedimento non contenzioso e può essere presentata anche senza l’assistenza di un avvocato; tuttavia i creditori possono proporre reclamo entro 30 giorni . Questa interpretazione favorisce i consumatori che intendono liberarsi dei debiti residui dopo il saldo e stralcio.

Altre fonti normative e fiscali

Per chiudere un debito con l’erario o con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, esistono procedure di definizione agevolata (rottamazione). La rottamazione quater introdotta nel 2023 e prorogata nel 2025 consente di pagare il debito senza sanzioni e interessi di mora con un massimo di dieci rate. L’ultima scadenza per l’adesione è stata fissata al 31 luglio 2025 con possibilità di pagamento entro il 5 agosto ; le rate successive scadono ogni tre mesi secondo un calendario predefinito . Anche se non direttamente collegata al saldo e stralcio con la banca, la rottamazione può essere un’alternativa per i debiti fiscali o previdenziali, combinabile con l’accordo bancario nell’ambito di un piano complessivo.

Procedura passo‑passo per il saldo e stralcio

Vediamo ora come impostare concretamente una trattativa di saldo e stralcio con la banca. Il percorso può variare a seconda del tipo di debito (conto corrente, mutuo, leasing, prestito personale) e dello stato del rapporto (sofferenza, inadempimento, pignoramento). La metodologia seguente è frutto della pratica professionale e delle indicazioni giurisprudenziali.

1. Raccolta documentale e analisi del contratto

Il primo passo consiste nel reperire la documentazione relativa al rapporto bancario:

  • Contratto di conto corrente o di finanziamento: contiene le condizioni generali, il tasso di interesse, la capitalizzazione, le commissioni. Occorre verificare se esistono patti di anatocismo successivi al 2000 e se le spese sono chiaramente indicate .
  • Estratti conto completi: la banca è tenuta a fornire tutti gli estratti conto dalla data di apertura del rapporto; in caso di smarrimento, deve rilasciare duplicati. La mancata produzione integra la violazione dell’onere di prova e consente di ricostruire il saldo in base ai dati disponibili.
  • Piano di ammortamento (per mutui e prestiti): utile per verificare l’ammontare della quota interessi e la presenza di costi occulti.
  • Corrispondenza con la banca: lettere di messa in mora, comunicazioni di segnalazione alla Centrale Rischi, eventuali diffide.

L’analisi del contratto permette di individuare eventuali clausole nulle (ad es. interessi anatocistici non pattuiti, commissione di massimo scoperto non determinata) e di quantificare gli addebiti illegittimi. Questa fase è fondamentale perché consente di ricalcolare il saldo rettificato da proporre nella trattativa.

2. Calcolo del saldo rettificato

Per determinare la somma “giusta” da offrire alla banca occorre ricalcolare il saldo deducendo tutte le voci illegittime:

  1. Anatocismo: eliminare la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi se il patto è nullo o mancante. Applicare, in sua vece, il tasso legale per gli interessi.
  2. Usura: verificare se il tasso effettivo globale (TEG) supera il tasso soglia in vigore al momento della stipula. In tal caso l’art. 1815 c.c. comporta la gratuità del contratto.
  3. Commissioni di massimo scoperto (CMS) e spese non pattuite: rimuovere le commissioni se non determinate in modo specifico e ridurre le spese a quelle effettivamente sostenute.
  4. Interessi di mora e penali: ridurre se risultano eccessivi rispetto ai limiti di legge.

Il risultato sarà un saldo rettificato spesso molto inferiore al saldo richiesto dalla banca. In molti casi, soprattutto per conti correnti duraturi, l’eliminazione delle voci illegittime può trasformare un saldo a debito in un saldo a credito del correntista. Questo dato sarà l’elemento centrale della trattativa.

3. Valutazione delle garanzie e dello stato della procedura esecutiva

È importante considerare le garanzie esistenti (fideiussioni, ipoteche, cambiali) e lo stato di avanzamento delle eventuali azioni esecutive. Se la banca ha già ottenuto un decreto ingiuntivo o ha avviato un pignoramento, la strategia potrebbe essere diversa (ad esempio chiedere la sospensione con ricorso d’urgenza ex art. 615 c.p.c.). Se invece non è ancora iniziata un’azione giudiziaria, si può impostare la trattativa in modo più sereno. La presenza di un garante (fideiussore) richiede di verificare la nullità della fideiussione se il modulo ABI contiene clausole anticoncorrenziali sanzionate dalla Banca d’Italia.

4. Scelta della strategia: saldo e stralcio diretto o sovraindebitamento

In base alla situazione economica e patrimoniale, si può scegliere tra:

  • Saldo e stralcio diretto con la banca: si negozia un importo da versare a fronte dell’immediata rinuncia della banca al residuo. È una soluzione efficace se il debitore dispone di un capitale (proprio o di terzi) e se il saldo rettificato è convincente.
  • Piano del consumatore o accordo di ristrutturazione: se il debitore non può pagare in un’unica soluzione, può accedere alla procedura di sovraindebitamento presentando un piano al giudice. Il piano può includere un saldo e stralcio in forma di pagamento rateale; i creditori sono vincolati dall’omologazione . Questa opzione sospende le azioni esecutive e consente di evitare pignoramenti.
  • Concordato minore per imprenditori: per imprese di minori dimensioni, prevede la continuità aziendale e la soddisfazione dei creditori con falcidia e dilazione.
  • Liquidazione controllata ed esdebitazione: se il patrimonio non consente il pagamento, si può optare per la liquidazione con nomina di un liquidatore; al termine il debitore può chiedere l’esdebitazione .
  • Rottamazione e definizione agevolata dei debiti fiscali: se il debito riguarda l’Agenzia delle Entrate Riscossione, è preferibile utilizzare la rottamazione quater per cancellare sanzioni e interessi .

5. Predisposizione della proposta di saldo e stralcio

La proposta deve essere redatta in forma scritta e contenere:

  • Indicazione del saldo rettificato e degli elementi che hanno portato al ricalcolo. Allegare relazione tecnica o perizia econometrica.
  • Importo offerto e modalità di pagamento: solitamente la banca accetta tra il 20% e il 60% del debito nominale. Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o a rate brevi (3–6 mesi).
  • Termine di validità della proposta: indicare una scadenza (ad es. 30 giorni) per evitare la procrastinazione da parte della banca.
  • Richiesta di cancellazione delle segnalazioni: chiedere la cancellazione immediata dalla Centrale Rischi e la rinuncia a future azioni esecutive .
  • Clausola di riservatezza e di accettazione totale: l’accordo dovrà prevedere la rinuncia alla differenza da parte della banca e la dichiarazione di saldo e stralcio a ogni effetto.

La lettera va inviata tramite PEC o raccomandata A/R. È consigliabile rivolgersi a un professionista per una redazione corretta, soprattutto se la proposta si inserisce in un piano del consumatore.

6. Trattativa e negoziazione con la banca

La fase negoziale richiede capacità di mediazione e conoscenza delle politiche interne delle banche. Alcuni istituti preferiscono risolvere rapidamente i contenziosi per evitare cause costose, altri sono più rigidi. Durante le riunioni o gli scambi di lettere occorre:

  • Dimostrare la convenienza del saldo e stralcio rispetto alla procedura giudiziale: illustrando i rischi per la banca (es. nullità delle clausole, prescrizione, costi di lite) e i tempi lunghi di recupero.
  • Portare elementi oggettivi: perizie econometriche, giurisprudenza favorevole, stato di insolvenza del debitore (per es. pignoramenti pendenti, mancanza di garanzie reali).
  • Mantenere un atteggiamento collaborativo ma fermo: evitare ammissioni di debito e richieste generiche, formulare proposte concrete.
  • Assicurarsi che la banca si impegni a cancellare la posizione presso sistemi di informazione creditizia e a non cedere il credito a società di recupero.

L’assistenza di un avvocato esperto aiuta a condurre la trattativa in maniera professionale e a evitare condotte scorrette (ad esempio, pressioni psicologiche o richieste di pagamenti non pattuiti).

7. Formalizzazione dell’accordo e pagamento

Una volta raggiunto l’accordo, è necessario formalizzarlo con un atto scritto firmato da entrambe le parti. L’accordo deve contenere:

  • Oggetto: indicazione del credito, del capitale, degli interessi e delle spese condonate.
  • Importo da versare e modalità: bonifico, assegno circolare, ecc.
  • Clausola di liberazione: la banca dichiara di non avere null’altro a pretendere e si impegna a procedere con la cancellazione delle garanzie (ipoteche, pegni) e delle segnalazioni.
  • Rinuncia alle azioni legali: ciascuna parte rinuncia a ricorsi futuri riguardo al rapporto definito.
  • Patto di riservatezza.

Il pagamento va effettuato nei termini concordati; è opportuno conservare le ricevute e chiedere alla banca la conferma scritta dell’estinzione del debito. Se l’accordo è inserito in una procedura di sovraindebitamento, l’OCC e il giudice provvederanno agli adempimenti pubblici (svincolo di somme, cancellazione di ipoteche ).

8. Se la trattativa fallisce

Se la banca rifiuta la proposta o chiede una somma eccessiva, esistono diverse alternative:

  • Opposizione in sede giudiziale: si può proporre una causa per la ripetizione degli interessi illegittimi, eccepire l’usura, la nullità della fideiussione o la prescrizione. Le pronunce sulla necessità di ricalcolare il saldo su base rettificata offrono argomenti validi.
  • Procedura di sovraindebitamento: il consumatore può proporre un piano al giudice che imponga il saldo e stralcio anche contro il dissenso della banca .
  • Rinegoziazione assistita: per le imprese, la composizione negoziata della crisi consente di intervenire sui debiti bancari con il supporto di un esperto .
  • Liquidazione controllata ed esdebitazione: nei casi più gravi si può procedere alla liquidazione del patrimonio e, al termine, chiedere l’esdebitazione .

Difese e strategie legali

I debitori spesso ignorano l’esistenza di numerose eccezioni difensive che possono ridurre o annullare il debito e costituiscono un forte potere contrattuale nella trattativa di saldo e stralcio. Vediamone alcune.

Contestazione di anatocismo, usura e spese illegittime

Come già illustrato, la capitalizzazione degli interessi è ammessa solo se il patto anatocistico è stato stipulato per iscritto e il cliente ha avuto la possibilità di scegliere. La Cassazione ha più volte affermato che le clausole di anatocismo devono essere specifiche e non possono essere desunte da generiche condizioni di contratto . In assenza del patto, gli interessi devono essere ricalcolati al tasso legale e la banca deve restituire l’indebito.

L’usura bancaria è regolata dalla legge antiusura (L. 108/1996). Il tasso effettivo globale (TEG) applicato al contratto deve essere confrontato con il tasso soglia pubblicato trimestralmente; se il TEG supera la soglia anche di un solo decimale, il contratto diventa gratuito e il cliente è tenuto a restituire solo il capitale. La Cassazione ha chiarito che il correntista ha l’onere di provare il superamento del tasso soglia, producendo il contratto e i conteggi dettagliati .

Le commissioni di massimo scoperto (CMS) sono legittime solo se determinano con precisione la percentuale, la periodicità e l’ammontare massimo; la genericità della clausola ne comporta la nullità. Molti contratti bancari contengono CMS o altre spese (ad es. “commis­sione di disponibilità fondi”) in violazione delle istruzioni di Banca d’Italia.

Opposizione alla prescrizione

La banca spesso eccepisce la prescrizione per evitare di restituire le somme indebitamente percepite. Tuttavia, come chiarito dalla Cassazione, la prescrizione non può essere determinata partendo dal saldo a debito “lordo” ma occorre ricalcolare il saldo rettificato, eliminando gli addebiti illegittimi . Solo le rimesse che eccedono il fido (rimesse solutorie) interrompono la prescrizione; le rimesse ripristinatorie non lo fanno. L’onere della prova della natura solutoria incombe sulla banca . Pertanto, nella trattativa, il debitore può ribaltare l’argomento della prescrizione dimostrando che la banca deve restituire somme.

Nullità della fideiussione ABI

Molte banche utilizzano modelli di fideiussione predisposti dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana). La Banca d’Italia, con provvedimento del 2 maggio 2005, ha dichiarato anticoncorrenziali alcune clausole (artt. 2, 6 e 8) di tali modelli, in quanto impongono al fideiussore di rinunciare a eccezioni e tutele. Numerose sentenze di merito e di legittimità hanno dichiarato la nullità parziale o totale delle fideiussioni predisposte su quel modello, con conseguente liberazione del garante e delle garanzie prestate. Verificare la conformità della fideiussione e impugnarne la nullità può essere decisivo per la trattativa.

Responsabilità della banca per concessione abusiva del credito

Un’altra linea difensiva si basa sulla colpa nella concessione del credito. Se la banca ha erogato prestiti o aperto fidi a soggetti palesemente insolventi, può essere considerata corresponsabile dell’indebitamento. La Cassazione ha stabilito che la negligenza della banca non esclude la colpa del consumatore , ma in alcuni casi la giurisprudenza di merito ha riconosciuto l’abuso del diritto da parte degli istituti di credito, con la conseguente riduzione del debito e risarcimento del danno. Questa eccezione è complessa e richiede una valutazione caso per caso.

Illecite segnalazioni alla Centrale Rischi

La segnalazione di “sofferenza” alla Centrale Rischi e al CRIF è un potente strumento di pressione. Tuttavia deve essere proporzionata e tempestiva. La Cassazione ha condannato la banca che, pur dopo l’accordo di rientro, non ha rettificato lo status del cliente . Se la banca mantiene la segnalazione nonostante il saldo e stralcio, il debitore può chiedere la cancellazione e il risarcimento. In sede di trattativa è utile inserire espressamente l’obbligo di cancellare la segnalazione.

Strumenti alternativi al saldo e stralcio

Il saldo e stralcio è una delle possibili soluzioni per chiudere un debito bancario, ma non è l’unica. A volte può essere più conveniente accedere a strumenti previsti dalla legge che offrono maggiori garanzie e permettono di dilazionare i pagamenti. Ecco i principali.

Piano del consumatore

Il piano del consumatore (art. 67 CCII) è riservato a persone fisiche con debiti personali. Il debitore, con l’ausilio di un OCC, presenta al giudice una proposta di pagamento parziale e dilazionato, indicando le risorse disponibili. I creditori possono fare osservazioni ma non hanno potere di veto: se il piano rispetta la graduazione dei creditori e le condizioni di fattibilità, il giudice lo omologa e le posizioni vengono cristallizzate . Il piano può prevedere un saldo e stralcio dei debiti bancari con pagamenti rateizzati; le azioni esecutive sono sospese dalla presentazione del ricorso.

Accordo di ristrutturazione dei debiti

L’accordo di ristrutturazione dei debiti (art. 57 CCII) è un negozio proposto sia dai consumatori sia dai professionisti e piccoli imprenditori; richiede l’adesione della maggioranza dei creditori e l’omologazione del tribunale. A differenza del piano del consumatore, qui i creditori votano; tuttavia chi non aderisce è comunque vincolato se il tribunale omologa l’accordo. Anche questo strumento può includere un saldo e stralcio parziale.

Concordato minore

Il concordato minore (art. 74 CCII) è destinato a imprenditori sotto soglia. Permette di continuare l’attività d’impresa ristrutturando i debiti e prevede la nomina di un esperto o di un commissario giudiziale. Il debitore presenta un piano che può prevedere la cessione di beni, l’ingresso di nuovi soci o la riduzione dell’esposizione con le banche. Il giudice omologa se il piano è fattibile. Questo strumento si integra con la composizione negoziata introdotta dal D.L. 118/2021 .

Liquidazione controllata ed esdebitazione

Quando non è possibile proporre un piano o un accordo, il codice della crisi prevede la liquidazione controllata. Tutti i beni del debitore vengono venduti e il ricavato distribuito. Il debitore può richiedere l’esdebitazione al termine della procedura, ottenendo la liberazione dai debiti residui . Questa soluzione è estrema ma consente di ripartire senza pendenze.

Rottamazione delle cartelle e definizione agevolata

La rottamazione quater e la definizione agevolata sono strumenti fiscali per chiudere debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Pagando il capitale senza sanzioni e interessi, il contribuente estingue la cartella esattoriale. La scadenza per aderire alla rottamazione è stata prorogata al 31 luglio 2025 e i pagamenti sono considerati regolari se effettuati entro il 5 agosto . La rateazione può arrivare a dieci rate . Il saldo e stralcio bancario può essere combinato con la rottamazione, presentando un piano complessivo per liberare il contribuente.

Accordi di ristrutturazione ad efficacia estesa e transazione fiscale

Per le imprese più grandi sono disponibili gli accordi di ristrutturazione ad efficacia estesa e la transazione fiscale: accordi con l’Erario e l’INPS che prevedono la riduzione dei debiti fiscali e contributivi. Questi strumenti, disciplinati dagli artt. 63 e 60 CCII, presuppongono la valutazione dell’amministrazione finanziaria e l’omologazione del tribunale. Possono prevedere la falcidia dei debiti e la dilazione a dieci anni.

Errori comuni e consigli pratici

In tanti anni di assistenza legale ho constatato che i debitori commettono spesso gli stessi errori quando affrontano la banca. Ecco quali evitare:

  1. Pagare senza verificare: molti correntisti pagano quanto richiesto dalla banca senza verificare la legittimità degli addebiti. Prima di accettare un saldo, occorre calcolare il saldo rettificato.
  2. Accettare piani di rientro insostenibili: le banche propongono rate troppo alte o con interessi maggiori. Un piano di rientro deve essere sostenibile rispetto al reddito e al patrimonio.
  3. Firmare rinunce e quietanze: spesso la banca inserisce clausole con cui il cliente rinuncia a impugnare il contratto o a richiedere la restituzione di somme. È essenziale leggere attentamente l’accordo e farsi assistere.
  4. Ignorare la prescrizione: la banca può aver perso il diritto di chiedere gli interessi oltre i dieci anni. Il debitore dovrebbe eccepire la prescrizione utilizzando il saldo rettificato.
  5. Scoraggiarsi o non rispondere: trascurare le comunicazioni della banca o rifiutare di trattare non risolve il problema e può portare a decreti ingiuntivi e pignoramenti.
  6. Non considerare le procedure alternative: a volte il saldo e stralcio immediato non è possibile, ma un piano del consumatore o un accordo di ristrutturazione può salvare la casa e l’attività.
  7. Affidarsi a mediatori improvvisati: la negoziazione del debito richiede competenze legali, economiche e fiscali; affidarsi a consulenti non qualificati può peggiorare la situazione.

Per evitare questi errori è fondamentale rivolgersi a professionisti esperti che possano analizzare la posizione e consigliare la strategia migliore.

Tabelle riepilogative

Le tabelle seguenti riassumono in modo schematico alcune delle informazioni principali. Le colonne contengono soltanto parole chiave o dati essenziali per agevolare la lettura.

Tabella 1 – Principali norme e sentenze per il saldo e stralcio

AmbitoNorma/SentenzaPunti chiave
Transazioneart. 1965 c.c.Definizione: accordo per prevenire o terminare una lite con concessioni reciproche
Onere della provaart. 2697 c.c.Chi afferma un diritto deve provarlo ; la banca deve provare le rimesse solutorie
SovraindebitamentoLegge 3/2012 art. 7Proposta ai creditori assistita da OCC; trattamento dei privilegiati
Esecuzione del pianoD.Lgs. 14/2019 art. 71Attuazione sotto vigilanza OCC; cancellazione di ipoteche
Composizione negoziataD.L. 118/2021 art. 2–3Nomina di un esperto negoziatore e requisiti
Saldo rettificatoCass. 22920/2025Saldo da ricalcolare senza addebiti illegittimi; rimesse ripristinatorie
AnatocismoCass. 28325/2025Validità solo con patto scritto; tasso legale se nullo
Segnalazioni CRCass. 3580/2024Banca responsabile se non aggiorna il profilo del cliente
Colpa del consumatoreCass. 20725/2025La negligenza della banca non esclude la colpa del cliente
Opposizione dei creditoriCass. 20672/2025Opposizione possibile solo per violazioni di legge
EsdebitazioneCass. Procedura non contenziosa; reclamo entro 30 giorni

Tabella 2 – Procedura di saldo e stralcio

FaseAzioni principali
1. Raccolta documentiContratto, estratti conto, piani di ammortamento, comunicazioni
2. Calcolo saldo rettificatoEliminare anatocismo, usura, CMS, spese; perizia
3. Valutazione garanzieAnalizzare fideiussioni, ipoteche; stato delle esecuzioni
4. Scelta strategiaSaldo diretto; piano del consumatore; concordato; liquidazione
5. PropostaLettera con importo offerto, motivazioni, richiesta cancellazioni
6. TrattativaNegoziazione con banca; uso di argomenti legali e tecnici
7. AccordoFirma, pagamento, liberatoria, cancellazione garanzie
8. Alternative se fallisceOpposizione giudiziale, sovraindebitamento, rinegoziazione

Tabella 3 – Differenze tra saldo e stralcio, piano del consumatore e rottamazione

CaratteristicaSaldo e stralcio bancarioPiano del consumatoreRottamazione cartelle
SoggettiDebitori con banche o finanziariePersone fisiche sovraindebitateContribuenti con cartelle fiscali
ProceduraPrivata o giudizialeProcedura giudiziale con OCCProcedura amministrativa
DurataBreve (1–3 mesi)Media (6–12 mesi)Variabile (fino a 5 anni)
PagamentoUnico o poche rateRate su più anniMax 10 rate
StralcioNegoziale: importo variabileOmologato dal giudiceStralcio totale di sanzioni e interessi
EffettiEstinzione immediata del debito, cancellazione garanzieEsdebitazione dopo attuazione del pianoEstinzione della cartella

Domande frequenti (FAQ)

1. Che cos’è il saldo e stralcio?
Il saldo e stralcio è un accordo transattivo con cui il debitore paga una somma inferiore rispetto al debito nominale, ottenendo la cancellazione del residuo e la liberazione da ipoteche e garanzie. È previsto dal principio generale di libertà contrattuale e rientra nell’art. 1965 c.c. sulla transazione .

2. Chi può usufruire del saldo e stralcio?
Possono proporre il saldo e stralcio persone fisiche, imprese, professionisti e società che abbiano debiti con banche o finanziarie. Non vi sono limiti di importo, ma la banca può essere più propensa ad accettare se l’importo è significativo.

3. Serve l’avvocato?
Non esiste un obbligo legale, ma è fortemente consigliato farsi assistere da un avvocato esperto in diritto bancario. Un professionista può individuare clausole nulle, calcolare il saldo rettificato e condurre la trattativa con efficacia.

4. Quali documenti occorrono?
È necessario reperire il contratto, gli estratti conto, eventuali piani di ammortamento, le fideiussioni, la corrispondenza con la banca. L’analisi di questi documenti è fondamentale per contestare gli addebiti.

5. È possibile il saldo e stralcio su un mutuo ipotecario?
Sì, è possibile trattare il saldo e stralcio anche su un mutuo. Tuttavia la banca potrebbe essere più rigida a causa della garanzia ipotecaria. In alcuni casi si ottiene un saldo e stralcio mediante la vendita dell’immobile con liberatoria o mediante la liquidazione controllata.

6. Posso fare saldo e stralcio su un debito ceduto a una società di recupero?
Quando il credito è ceduto, il nuovo titolare può accettare un saldo e stralcio. Spesso le società di recupero sono più disponibili a ridurre il debito perché hanno acquistato il credito a un prezzo ridotto.

7. Posso rateizzare il saldo e stralcio?
Di solito il saldo e stralcio prevede un unico pagamento. Alcune banche accettano rate brevi (3–6 rate). Se si ha bisogno di più tempo, conviene accedere a un piano del consumatore o a un accordo di ristrutturazione.

8. Cosa succede se non pago una rata del saldo e stralcio?
Se l’accordo prevede il pagamento rateale e il debitore salta una rata, la banca può risolvere il contratto e richiedere il debito residuo. È opportuno inserire clausole che prevedano la possibilità di recuperare il ritardo.

9. La banca può rifiutare la proposta?
Sì, il saldo e stralcio è un accordo volontario e la banca può rifiutare. Tuttavia se si dimostra che la banca rischia di ottenere meno in giudizio, essa può essere incentivata ad accettare.

10. Come calcolare l’importo da offrire?
Si calcola il saldo rettificato, si valuta il potere contrattuale (es. prescrizione, vizi, garanzie) e si considera la disponibilità economica. In genere l’offerta varia dal 20% al 60% del debito nominale.

11. Il saldo e stralcio elimina le segnalazioni in CRIF?
Sì, l’accordo deve prevedere la cancellazione delle segnalazioni di sofferenza e la chiusura della posizione; la Cassazione ha condannato la banca che non aggiorna la Centrale Rischi .

12. È compatibile con la procedura di sovraindebitamento?
Sì, il saldo e stralcio può essere inserito nel piano del consumatore o nell’accordo di ristrutturazione come modalità di pagamento parziale. Una volta omologato, vincola tutti i creditori .

13. Quanto dura la procedura?
La durata varia: se la banca è disponibile, l’accordo può concludersi in pochi mesi. Le procedure giudiziali di sovraindebitamento durano generalmente 6–12 mesi.

14. Quali sono i costi?
I costi comprendono l’onorario del professionista, la perizia contabile e le eventuali spese di procedura. Spesso sono più contenuti rispetto ai costi di una causa lunga e alle spese di recupero crediti.

15. Cosa succede se il creditore agisce contro i garanti?
Il saldo e stralcio dovrebbe coinvolgere anche i garanti. In caso contrario, il fideiussore potrebbe essere ancora obbligato. È essenziale inserire nell’accordo la liberatoria per i garanti e verificare la nullità della fideiussione ABI.

16. Posso chiedere il saldo e stralcio su un pignoramento in corso?
Sì, ma è opportuno presentare contestualmente un’istanza di sospensione dell’esecuzione, dimostrando l’esistenza di vizi nel contratto e l’intenzione di aderire alla procedura di sovraindebitamento. Molti giudici concedono la sospensione per favorire un accordo.

17. Il saldo e stralcio è segnalato al fisco?
La banca potrebbe rilasciare una quietanza con indicazione della somma pagata; l’importo stralciato non è tassato come “reddito” per il debitore. Tuttavia è sempre consigliabile consultare un commercialista per verificare eventuali imposte.

18. È possibile un saldo e stralcio con l’Agenzia delle Entrate?
Sì, la definizione agevolata (rottamazione) è un saldo e stralcio normativo che prevede lo sconto totale di sanzioni e interessi . Per i ruoli affidati prima del 2015 è prevista anche la cancellazione dell’intero debito (stralcio automatico) se inferiore a 1.000 euro.

19. Posso essere segnalato alla Centrale Rischi se sto pagando un piano del consumatore?
Durante l’esecuzione di un piano omologato, il debitore non dovrebbe essere segnalato come in sofferenza. In caso contrario, si può chiedere la cancellazione per violazione dell’art. 125 TUB e della normativa sulla privacy.

20. Qual è la differenza tra saldo e stralcio e rinegoziazione del mutuo?
Il saldo e stralcio estingue definitivamente il debito con il pagamento di un importo ridotto. La rinegoziazione del mutuo modifica il tasso o la durata del finanziamento senza estinguere il debito. La scelta dipende dalle possibilità economiche e dal valore dell’immobile.

Simulazioni pratiche

Per comprendere meglio come funziona il saldo e stralcio, proponiamo alcune simulazioni numeriche. I casi sono ipotetici e semplificati, ma riflettono scenari ricorrenti.

Caso A – Conto corrente con anatocismo

Situazione: un imprenditore ha un conto corrente aperto nel 2010 con fido di 50.000 €. Nel 2025 la banca chiede il pagamento di un saldo negativo di 80.000 € comprensivo di interessi anatocistici, commissioni di massimo scoperto e spese. L’imprenditore ha subito un calo di fatturato e non riesce a pagare.

Analisi:

  1. Recuperati gli estratti conto, il tecnico econometrico elimina la capitalizzazione trimestrale dal 2010 al 2016 e applica i tassi legali; rimuove le CMS non pattuite.
  2. Il saldo rettificato risulta pari a 35.000 €. La differenza di 45.000 € è composta da interessi e spese illegittime.
  3. In base alla giurisprudenza sulla prescrizione, le rimesse effettuate entro il fido sono ripristinatorie, quindi la banca non può richiedere le somme oltre i dieci anni .
  4. Si propone alla banca un saldo e stralcio di 25.000 € in unica soluzione, evidenziando che una causa giudiziale potrebbe portare alla restituzione dell’indebito e alla condanna alle spese.
  5. La banca accetta l’offerta, considerando il rischio di perdere in giudizio; si firma l’accordo con liberatoria e cancellazione delle segnalazioni.

Caso B – Mutuo ipotecario con ritardo nei pagamenti

Situazione: una famiglia ha un mutuo ipotecario ventennale per l’acquisto della prima casa. Dopo dieci anni, per la perdita del lavoro di un coniuge, la famiglia non paga cinque rate e la banca minaccia l’escussione dell’ipoteca. L’importo residuo del mutuo è di 100.000 € e la casa vale 130.000 €.

Strategia:

  1. Si verifica se nel contratto vi sono clausole abusive (anatocismo, penali di estinzione anticipate). Si rileva che la penale di estinzione anticipata è superiore ai limiti previsti e che la banca ha applicato interessi di mora usurari.
  2. Si propone alla banca la vendita dell’immobile a un terzo per 130.000 € con contestuale saldo e stralcio: 95.000 € alla banca per estinguere il mutuo (inclusi interessi) e 35.000 € che restano alla famiglia per ripartire. In alternativa si presenta un piano del consumatore con pagamento rateale dei 95.000 € in sette anni.
  3. Grazie alla procedura di sovraindebitamento, le azioni esecutive vengono sospese e il giudice omologa il piano .

Caso C – Debito ceduto a società di recupero crediti

Situazione: un professionista deve 20.000 € su un prestito personale. La banca cede il credito a una società di recupero crediti che chiede l’intero importo con minacce di pignoramento dello stipendio.

Approccio:

  1. Si richiede copia del contratto e del cedimento del credito. Si verifica che il TEG supera il tasso soglia e si eccepisce l’usura .
  2. Si calcola il saldo rettificato che scende a 12.000 €.
  3. Si offre alla società un saldo e stralcio di 8.000 € in unica soluzione, sottolineando la contestazione di usura e la possibilità di azione legale.
  4. La società, avendo acquisito il credito a un valore inferiore, accetta la proposta.

Caso D – Combinazione saldo e stralcio e rottamazione

Situazione: un artigiano ha debiti bancari per 60.000 € e cartelle esattoriali per 25.000 € relative a contributi previdenziali non pagati.

Soluzione integrata:

  1. Si analizzano i contratti bancari, si calcola il saldo rettificato e si scopre che le voci illegittime ammontano a 15.000 €; il debito reale è 45.000 €.
  2. Si propone alla banca un saldo e stralcio di 30.000 €.
  3. Per le cartelle esattoriali si aderisce alla rottamazione quater, pagando 25.000 € senza sanzioni e interessi. Si scegli la rateazione in dieci rate .
  4. Si presenta un piano del consumatore al tribunale per pagare le somme in cinque anni. Il giudice omologa il piano e le azioni esecutive vengono sospese.

Conclusioni

Il saldo e stralcio con la banca rappresenta uno strumento potente per chiudere i debiti bancari a condizioni più sostenibili e liberare il futuro economico del debitore. La normativa italiana, le sentenze della Cassazione e le procedure di sovraindebitamento offrono una serie di tutele che, se correttamente utilizzate, consentono di ridurre drasticamente le pretese delle banche. Abbiamo visto come calcolare il saldo rettificato, come contestare anatocismo e usura, quando eccepire la prescrizione e quali alternative adottare se la trattativa fallisce. Non è una materia semplice: richiede competenze legali e contabili, conoscenza delle prassi bancarie e abilità negoziale.

Agire tempestivamente è fondamentale. Ogni giorno di ritardo può aggravare la situazione, aumentare gli interessi e portare al pignoramento dei beni. Rivolgersi a un professionista consente di bloccare le azioni esecutive, ottenere la sospensione dei pignoramenti, predisporre piani sostenibili e sfruttare le opportunità di rottamazione e definizione agevolata. Le procedure di sovraindebitamento e la composizione negoziata della crisi d’impresa possono offrire un quadro di protezione legale fino all’ottenimento dell’esdebitazione .

L’Avv. Giuseppe Angelo Monardo, cassazionista e gestore della crisi da sovraindebitamento, insieme al suo staff di avvocati e commercialisti esperti in diritto bancario e tributario, è a disposizione per fornire consulenze personalizzate. Grazie alla sua esperienza come Esperto Negoziatore ai sensi del D.L. 118/2021 e alla presenza in un OCC, può offrire un approccio integrato: dal calcolo del saldo rettificato alla redazione di piani del consumatore, dalla difesa contro le segnalazioni illegittime alla definizione di accordi con banche e Agenzia delle Entrate.

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