Accertamento fiscale e rateizzazione del debito: guida completa e aggiornata

Introduzione

Ogni accertamento fiscale o cartella di pagamento nasconde conseguenze pesanti per il contribuente: l’atto impositivo non è soltanto una richiesta di denaro, ma rappresenta un titolo esecutivo che può sfociare nel pignoramento di conti e beni, nell’iscrizione di ipoteche o fermi amministrativi. La normativa italiana è complessa e in continua evoluzione, con riforme recentissime che hanno riscritto le regole sulla riscossione e sul numero massimo di rate. Ignorare le scadenze o sottovalutare un accertamento può far perdere irrimediabilmente le tutele offerte dalla legge. Viceversa, conoscere i propri diritti e i rimedi legali permette di difendersi efficacemente, contestare errori, sospendere la riscossione e ottenere piani di rientro sostenibili.

In questo articolo analizziamo il tema dell’accertamento fiscale e della rateizzazione del debito dal punto di vista del contribuente e del debitore, fornendo un quadro aggiornato a dicembre 2025 basato su leggi, decreti, circolari e sentenze ufficiali. Il lettore troverà un’ampia panoramica dei meccanismi di accertamento, dei termini per impugnare e pagare, delle nuove regole sui piani a rate introdotte dal D.Lgs. 110/2024 e dai decreti attuativi di gennaio 2025, nonché delle strategie difensive e degli strumenti alternativi come rottamazioni, definizioni agevolate, piani del consumatore e esdebitazione.

Chi siamo

L’Avv. Giuseppe Angelo Monardo è un avvocato cassazionista con una solida esperienza nel diritto tributario e bancario. Dirige uno studio multidisciplinare che coordina avvocati e commercialisti esperti in tutta Italia, offrendo assistenza professionale a privati, professionisti e imprese che affrontano debiti fiscali e bancari. È:

  • Gestore della crisi da sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012, iscritto negli elenchi del Ministero della Giustizia;
  • Professionista fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC);
  • Esperto negoziatore della crisi d’impresa in base al D.L. 118/2021;
  • Specializzato nei contenziosi tributari dinanzi alle Commissioni di giustizia tributaria e alla Cassazione.

Lo staff dello studio include avvocati tributaristi, civilisti e commercialisti che lavorano sinergicamente per analizzare gli atti, individuare vizi formali o sostanziali, predisporre ricorsi, presentare istanze di rateizzazione o sospensione, negoziare piani di rientro con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) e, quando necessario, avviare procedure giudiziali o stragiudiziali per tutelare il patrimonio del cliente.

Contatta subito l’Avv. Giuseppe Angelo Monardo per una valutazione legale personalizzata e immediata.

1 – Normativa e giurisprudenza sull’accertamento fiscale

1.1 Norme generali dell’accertamento

L’accertamento fiscale è l’atto con cui l’amministrazione finanziaria rettifica la dichiarazione presentata dal contribuente o rileva l’omessa dichiarazione, determinando una maggiore imposta o l’irrogazione di sanzioni. Le norme principali sono contenute nel D.P.R. 600/1973 per le imposte sui redditi e nel D.P.R. 633/1972 per l’IVA, oltre a leggi speciali. Gli avvisi devono indicare il tributo, la base imponibile, l’aliquota applicata, gli imponibili accertati e i motivi di fatto e di diritto.

L’art. 42 del D.P.R. 600/1973 prevede che l’avviso di accertamento sia motivato, cioè deve indicare le ragioni di fatto e di diritto che lo sorreggono; la mancanza di motivazione comporta la nullità dell’atto . Inoltre l’avviso deve essere firmato dal capo dell’ufficio o da un funzionario delegato. Se questi elementi mancano, il contribuente può eccepire l’invalidità.

La Legge 212/2000 (Statuto del contribuente) tutela i diritti del contribuente durante le verifiche fiscali. L’art. 12 stabilisce che gli accessi e le ispezioni devono avvenire sulla base di esigenze effettive e che nei verbali devono essere indicate le circostanze che giustificano l’accesso . Durante la verifica il contribuente ha diritto di essere informato delle ragioni del controllo e può farsi assistere da un professionista ; le osservazioni del contribuente devono essere riportate nel processo verbale . La permanenza dei verificatori non può superare 30 giorni lavorativi prorogabili , e il contribuente può rivolgersi al Garante del contribuente se ritiene violati i suoi diritti .

L’avviso di accertamento deve essere notificato entro termini decadenziali: di norma 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione (per le imposte sui redditi) o ottavo anno in caso di dichiarazione omessa. L’avviso riporta l’intimazione a pagare entro 60 giorni o a impugnare dinanzi alla Corte di giustizia tributaria.

1.2 Avviso di accertamento esecutivo e avviso di presa in carico

La riforma contenuta nell’art. 29 del D.L. 78/2010, come modificata da numerosi provvedimenti tra cui il D.Lgs. 110/2024, ha trasformato l’avviso di accertamento in un titolo esecutivo. L’avviso di accertamento esecutivo contiene l’intimazione ad adempiere e, se non viene impugnato o non viene presentata istanza di rateizzazione, diventa esecutivo trascorsi 60 giorni dalla notifica . Dopo ulteriori 30 giorni, le somme sono automaticamente affidate ad AdER per la riscossione senza necessità di una cartella di pagamento .

La riforma del 2024 ha esteso l’ambito dell’avviso esecutivo a numerose tipologie di atti. Oltre alle imposte dirette (IRPEF, IRES, IRAP, IVA) e alle ritenute operate come sostituto d’imposta , sono ora inclusi:

  • Recuperi di crediti d’imposta indebitamente utilizzati;
  • Recuperi di benefici fiscali (ad esempio bonus edilizi);
  • Sanzioni tributarie e amministrative;
  • Atti di rettifica e liquidazione delle imposte di registro e delle imposte su successioni e donazioni;
  • Tributi locali e regionali per i quali il legislatore ha previsto la riscossione con avviso esecutivo .

La conversione dell’avviso in titolo esecutivo comporta che, una volta decorso il termine per impugnare, l’Agenzia non deve più emettere la cartella; al contribuente arriverà soltanto un avviso di presa in carico con cui AdER comunica di aver ricevuto il carico. L’atto è puramente informativo e non stabilisce nuovi termini , ma segnala l’inizio delle azioni esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti) se il debito non viene pagato o rateizzato.

1.3 Cartella di pagamento

Quando un debito non è affidato tramite avviso esecutivo, AdER notifica la cartella di pagamento, anch’essa titolo esecutivo. La cartella contiene tre sezioni: i dati di AdER, l’ente creditore e un modulo pagoPA. Secondo la guida AdER del ottobre 2025, dopo la notifica il contribuente ha tre opzioni: pagare l’intero importo entro 60 giorni, chiedere la rateizzazione oppure chiedere la sospensione o contestare il debito . Se entro 60 giorni non viene fatto nulla, AdER può procedere con misure cautelari o esecutive (fermo, ipoteca, pignoramento) .

L’atto deve essere notificato entro 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’atto impositivo è diventato definitivo (art. 25 D.P.R. 602/1973), salvo regimi speciali. Il contribuente può contestare la cartella per vizi propri (mancata sottoscrizione, mancata notifica del ruolo) o per vizi dell’atto presupposto. Nel caso di avviso di accertamento con adesione e rateizzazione, la Cassazione ha stabilito che la cartella deve essere notificata entro due anni dalla scadenza della rata non pagata; il termine non decorre dalla dichiarazione originaria .

1.4 Dilazione dei pagamenti (art. 19 D.P.R. 602/1973)

La rateizzazione è lo strumento principale per diluire nel tempo il debito tributario. L’art. 19 del D.P.R. 602/1973, recentemente riformato dal D.Lgs. 110/2024 e attuato con decreto MEF del 27 dicembre 2024, consente ad AdER di concedere piani di rientro a soggetti in temporanea e obiettiva difficoltà finanziaria.

1.4.1 Regime precedente (fino al 2024)

Prima della riforma, l’art. 19 prevedeva un massimo di 72 rate mensili, elevabili a 120 solo in casi particolari. L’Agente della riscossione poteva richiedere garanzie e poteva rigettare l’istanza se mancavano i requisiti. Il beneficio era revocato dopo il mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive e non si poteva chiedere un nuovo piano per gli stessi carichi .

1.4.2 Nuovo regime dal 1° gennaio 2025

Il D.Lgs. 110/2024 ha completamente ridisegnato la dilazione per rendere il sistema più flessibile e aderente alla capacità economica del debitore. Dal 1° gennaio 2025, per i debiti fino a 120.000 €, la domanda “semplice” consente:

  • 84 rate se la richiesta è presentata nel biennio 2025‑2026;
  • 96 rate se la richiesta è presentata nel biennio 2027‑2028;
  • 108 rate per richieste dal 2029 in poi .

Per debiti superiori a 120.000 € o quando il contribuente dimostri una situazione di maggiore difficoltà, l’agente della riscossione può concedere un piano fino a 120 rate; per le richieste dal 2025 la dilazione può andare da 85 a 120 rate (2025-26), 97-120 rate (2027-28) e 109-120 rate dal 2029 . La normativa prevede che la decisione tenga conto di indicatori economici:

  • Per le persone fisiche, si guarda all’ISEE o all’ISEE corrente .
  • Per imprese e professionisti, si utilizzano l’indice di liquidità (Alfa) e l’indice di sostenibilità del debito (Beta) definiti dal decreto attuativo .

Il contribuente deve autocertificare la temporanea difficoltà (richieste fino a 120.000 €) o documentarla con i parametri. Sono state introdotte anche novità procedurali importanti:

  • La presentazione dell’istanza sospende i termini di prescrizione e impedisce l’avvio di nuove azioni cautelari o esecutive .
  • Il pagamento della prima rata estingue gli atti esecutivi già in corso (pignoramenti o fermi) relativi a quel carico .
  • Il piano può essere prorogato una sola volta se la situazione peggiora, mantenendo il limite massimo di rate; la richiesta di proroga deve essere motivata e accompagnata da documenti aggiornati .
  • Il beneficio decade se il contribuente salta otto rate anche non consecutive ; in tal caso non si può ottenere una nuova rateizzazione per gli stessi carichi e l’Agente procede all’esecuzione.

Queste disposizioni rendono il sistema più equo: chi versa in reale difficoltà può spalmare il debito su un periodo più lungo, mentre chi non rispetta i pagamenti perde il beneficio.

1.5 Compensazione e novità sulla riscossione

Il D.Lgs. 110/2024 ha introdotto altre misure a favore del contribuente:

  • Compensazione dei crediti commerciali con debiti fiscali: l’art. 28‑ter del D.P.R. 602/73 permette di compensare i crediti maturati verso la pubblica amministrazione con i debiti iscritti a ruolo . La norma si applica soprattutto alle imprese fornitrici dello Stato.
  • Rimborso più rapido dei crediti fiscali: l’avviso esecutivo prevede che la cartella sia notificata entro nove mesi dall’affidamento del carico; i carichi inesigibili saranno discaricati più celermente, riducendo l’ingorgo degli uffici .

1.6 Giurisprudenza recente

L’interpretazione della legge da parte della giurisprudenza incide pesantemente sui diritti del contribuente. Riportiamo alcune decisioni chiave del 2024‑2025.

1.6.1 Termine per notificare la cartella dopo la perdita della rateizzazione

La Cassazione con l’ordinanza n. 24766/2025 ha stabilito che, quando il contribuente perde il beneficio della rateizzazione concessa in un accertamento con adesione, la cartella deve essere notificata entro due anni dalla scadenza della rata non pagata; si applica il termine speciale di cui all’art. 3‑bis D.Lgs. 462/1997, non quello di tre anni dell’art. 25 D.P.R. 602/1973 . Questo orientamento tutela il contribuente da pretese tardive.

1.6.2 Prove acquisite irregolarmente

Con l’ordinanza n. 27128/2025 la Cassazione ha affermato che, in materia tributaria, l’utilizzo di prove ottenute irregolarmente (ad esempio, dati bancari acquisiti senza autorizzazione) non è automaticamente inammissibile; l’inutilizzabilità opera soltanto quando sono violati diritti fondamentali come la libertà personale o l’inviolabilità del domicilio . Nel caso esaminato, i dati bancari raccolti dalla Guardia di Finanza, pur senza l’autorizzazione del Procuratore della Repubblica, sono stati ritenuti utilizzabili perché non incidevano su diritti fondamentali .

1.6.3 Definizione agevolata e rottamazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 24428/2024, ha chiarito che il ricorso di un contribuente può essere dichiarato estinto se lo stesso aderisce alla rottamazione quater (Legge 197/2022) e paga le prime rate previste; non è necessario attendere il pagamento integrale del piano per chiudere il contenzioso . Questo principio conferma che la definizione agevolata è uno strumento efficace per archiviare le controversie fiscali.

1.6.4 Piani del consumatore e debiti misti

La riforma del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), modificata dal D.Lgs. 136/2024, ha semplificato l’accesso ai piani del consumatore. Il Tribunale di Napoli, sentenza n. 78/2025, ha ammesso un piano proposto da un consumatore che aveva sia debiti personali sia debiti derivanti da un’attività commerciale cessata, ritenendo che la prevalenza quantitativa e qualitativa dei debiti personali consentisse l’accesso al piano; ha inoltre applicato il criterio della non colpevolezza grave (introducendo un concetto meno rigoroso della meritevolezza) e ha consentito un pagamento ridotto del 30 % ai creditori privilegiati, dilazionato su 20 anni . Questa decisione dimostra che la procedura di sovraindebitamento può includere anche debiti fiscali e commerciali se prevalgono quelli personali.

1.7 Sintesi normativa

Per agevolare la consultazione, di seguito riportiamo una tabella di sintesi con le principali norme citate.

NormaOggettoPrincipali contenuti
Art. 42 D.P.R. 600/1973Motivazione dell’avvisoL’avviso deve indicare motivi di fatto e di diritto e deve essere firmato; la mancanza comporta nullità .
Art. 12 L. 212/2000 (Statuto del contribuente)Diritti durante la verificaDiritto a conoscere le ragioni dell’accesso, a essere assistiti da un professionista; permanenza massima dei verificatori; possibilità di rivolgersi al Garante .
Art. 29 D.L. 78/2010 (come modificato da D.Lgs. 110/2024)Avviso di accertamento esecutivoL’avviso include l’intimazione a pagare; dopo 60 giorni diventa esecutivo e dopo altri 30 giorni le somme sono affidate ad AdER .
Art. 19 D.P.R. 602/1973 (nuovo)Dilazione del pagamentoPer debiti fino a 120k €: 84/96/108 rate secondo l’anno; per debiti più elevati fino a 120 rate; uso di ISEE o indici di liquidità; sospensione dell’esecuzione e decadenza dopo 8 rate .
Art. 28‑ter D.P.R. 602/1973Compensazione crediti-debitiConsente compensare crediti commerciali con debiti fiscali .
Cass. 24766/2025Termine cartella dopo decadenza dal pianoLa cartella va notificata entro 2 anni dalla rata non pagata .
Cass. 27128/2025Utilizzo di prove irregolariLe prove raccolte senza autorizzazione possono essere utilizzate a meno che non violino diritti fondamentali .
Cass. 24428/2024Rottamazione e estinzione del contenziosoLa definizione agevolata si perfeziona con la dichiarazione e i primi pagamenti, estinguendo il ricorso .
Trib. Napoli 78/2025Piano del consumatoreConsente piani con debiti misti se prevale la componente personale e introduce il concetto di non colpevolezza grave .

2 – Procedura passo‑passo: cosa fare dopo la notifica

2.1 Ricezione dell’avviso o della cartella

  1. Controllo della notifica – Verificate che l’atto sia stato notificato correttamente. La notifica deve essere effettuata a mezzo posta, PEC o messo notificatore. Errori nell’indirizzo, nella data o nella modalità di consegna possono rendere la notifica nulla.
  2. Esaminare i dati – Leggete attentamente l’avviso o la cartella: verificare il periodo d’imposta, l’importo richiesto, la motivazione (richiamo normativo e circostanze di fatto), il termine per il pagamento e le modalità di impugnazione. L’assenza di motivazione o di firma è causa di nullità .
  3. Calcolare i termini – Per l’avviso di accertamento esecutivo, il termine per presentare ricorso è 60 giorni dalla notifica; se non si agisce, l’atto diventa esecutivo dopo 60 giorni e il carico è affidato ad AdER dopo 30 giorni . Per la cartella di pagamento, il termine per pagare o impugnare è 60 giorni .
  4. Raccogliere documenti – Conservate la busta o la PEC di notifica, le ricevute di ritorno, la copia completa dell’atto e ogni documentazione fiscale collegata (dichiarazioni, fatture, scritture contabili, estratti conto). Saranno utili per l’eventuale difesa.

2.2 Valutare la validità dell’atto

Molti accertamenti e cartelle presentano vizi che permettono di annullarli o ridurne gli effetti. Occorre verificare:

  • Motivazione insufficiente – L’atto deve spiegare in modo comprensibile le ragioni dell’accertamento; la semplice indicazione del tributo o l’elencazione generica di norme non è sufficiente .
  • Errori di calcolo – Confrontate gli importi richiesti con le vostre dichiarazioni e con i versamenti effettuati. Spesso l’Agenzia calcola interessi o sanzioni in modo errato.
  • Prescrizione o decadenza – Verificate se la notifica è avvenuta entro i termini. Per la cartella di pagamento derivante da accertamento con adesione e rateizzazione, la Cassazione richiede la notifica entro due anni dalla rata scaduta .
  • Vizi formali – Mancanza di firma, indicazioni errate sull’ufficio competente, mancanza del responsabile del procedimento, inesistenza della relata di notifica, inesistenza del ruolo allegato alla cartella.

2.3 Scelta della strategia: pagare, rateizzare o impugnare

2.3.1 Pagamento immediato

Se l’accertamento è fondato e l’importo contenuto, può convenire pagare subito per evitare sanzioni aggiuntive e interessi. Nelle cartelle si può pagare con il bollettino pagoPA; negli avvisi esecutivi occorre utilizzare il modello F24 precompilato o generare un versamento.

2.3.2 Richiedere la rateizzazione

  1. Verifica dei requisiti – Se il debito complessivo non supera 120.000 € si può presentare un’istanza “semplice” senza allegare documenti; basta attestare la temporanea difficoltà. Se il debito è superiore o se occorre un piano oltre 84‑108 rate, è necessario documentare la difficoltà tramite ISEE (persone fisiche) o indici di liquidità (imprese) .
  2. Presentazione dell’istanza – L’istanza va presentata entro 60 giorni dalla notifica della cartella o dell’avviso. Per importi fino a 120k €, la domanda può essere inviata online tramite l’area riservata del sito AdER; per importi superiori, deve essere inviata via PEC con allegati i documenti richiesti .
  3. Sospensione delle azioni esecutive – Con la presentazione dell’istanza, AdER non può avviare nuove procedure cautelari o esecutive. Il pagamento della prima rata estingue eventuali pignoramenti in corso .
  4. Durata del piano – Sulla base del nuovo art. 19, si calcola il numero massimo di rate ammissibili (84/96/108/120) . Per persone con ISEE molto basso o indici di liquidità critici, AdER può concedere un maggior numero di rate entro il limite.
  5. Rate variabili – Il decreto prevede che la rata possa essere costante o progressiva: il contribuente può scegliere un piano con rate crescenti (più leggere all’inizio, più pesanti alla fine) per favorire la ripresa economica. Occorre pianificare attentamente per evitare la decadenza dopo il mancato pagamento di otto rate .

2.3.3 Impugnare l’atto

Se l’atto è viziato o infondato, conviene presentare ricorso alla Corte di giustizia tributaria (ex Commissione tributaria). Il ricorso va presentato entro 60 giorni dalla notifica; occorre indicare i motivi di diritto e di fatto dell’opposizione e allegare le prove documentali. Nel ricorso si può chiedere la sospensione dell’atto (sospensione giudiziale) se sussiste danno grave e irreparabile.

Per importi superiori a 3.000 €, il contribuente deve versare il contributo unificato e notificare il ricorso all’ente. In caso di accertamento esecutivo, il giudice può sospendere l’esecutorietà se ritiene fondato il ricorso; in alternativa, si può chiedere la sospensione amministrativa a AdER dimostrando vizi dell’atto o seri motivi (malattia, difficoltà economica).

Il contenzioso tributario si articola su due gradi (giudice di primo e secondo grado) e poi Cassazione. In ogni fase è opportuno farsi assistere da un professionista specializzato.

2.4 Iter procedurale riassunto

FaseTempiCosa deve fare il contribuente
Notifica dell’avviso o della cartellaGiorno 0Controllare notifica, raccogliere documenti.
ImpugnazioneEntro 60 giorniPresentare ricorso alla Corte di giustizia tributaria, chiedere sospensione se necessario.
RateizzazioneEntro 60 giorniPresentare istanza a AdER; prima rata estingue eventuali pignoramenti .
Decadenza dal pianoDopo 8 rate non pagateSe si saltano otto rate, il piano decade .
Riscossione coattivaDopo 60+30 giorni (avviso esecutivo) o 60 giorni (cartella)AdER può iscrivere ipoteche, fermi e pignoramenti .

3 – Difese e strategie legali

3.1 Verificare l’illegittimità dell’atto

Una difesa efficace parte dall’analisi scrupolosa dell’atto e dalla ricerca di vizi che ne compromettano la validità. Alcuni profili di illegittimità sono:

  • Mancanza di motivazione – come detto, l’art. 42 D.P.R. 600/73 richiede la motivazione; un avviso che riporta soltanto articoli di legge o formule standard non consente al contribuente di capire le ragioni dell’accertamento .
  • Incompetenza dell’organo – L’avviso deve essere firmato dal dirigente responsabile o dal soggetto delegato; la firma automatica o di un funzionario non delegato può essere contestata.
  • Nullità della notifica – Notifiche effettuate a indirizzi sbagliati, senza avviso di ricevimento o con la firma del postino falsificata sono contestabili.
  • Prescrizione e decadenza – Se l’atto è notificato dopo i termini, è nullo. Attenzione ai casi in cui la prescrizione riprende a decorrere dopo la decadenza dalla rateizzazione; la Cassazione ha precisato la regola dei due anni .
  • Violazione dello Statuto del contribuente – Se durante la verifica sono stati violati i diritti di cui all’art. 12 (es. permanenza oltre 30 giorni senza proroga, mancata informazione sui motivi del controllo), è possibile eccepire l’illegittimità dell’accertamento .
  • Prove illegittime – La Cassazione ha ammesso le prove raccolte senza formale autorizzazione ma non se violano diritti fondamentali . Nel ricorso si può sostenere che le indagini sono state eseguite senza garanzie e che la prova non è utilizzabile se incide sulla privacy e sulla libertà domiciliare.

3.2 Ricorso e difesa in giudizio

La strategia difensiva nel ricorso deve essere costruita su motivazioni giuridiche solide. Alcuni esempi:

  • Eccepire nullità dell’atto – se manca la motivazione, se vi sono vizi di notifica, se l’atto non indica il responsabile del procedimento.
  • Eccepire inammissibilità della prova – se l’Amministrazione utilizza documenti bancari acquisiti senza autorizzazione e si ritiene violato il diritto di difesa .
  • Documentare la buona fede – presentare documentazione contabile che dimostri la correttezza delle dichiarazioni o eventuali errori di calcolo dell’Agenzia.
  • Eccepire decadenza dalla pretesa – se l’avviso o la cartella sono stati notificati oltre i termini; richiamare la giurisprudenza 24766/2025 per gli accertamenti con adesione .
  • Chiedere la sospensione – il ricorso può essere accompagnato da un’istanza di sospensione cautelare (art. 47 del D.Lgs. 546/92) se il pagamento immediato arrecherebbe un danno grave e irreparabile.

3.3 Strumenti deflattivi e transattivi

In alternativa al contenzioso, esistono strumenti che consentono di definire la posizione riducendo sanzioni e interessi.

3.3.1 Accertamento con adesione e conciliazione

L’accertamento con adesione (D.Lgs. 218/1997) consente al contribuente di concordare con l’Ufficio le maggiori imposte dovute, con riduzione delle sanzioni a un terzo. La procedura sospende i termini di impugnazione e, se si raggiunge l’accordo, si paga con un versamento immediato o con rate. La definizione può essere impugnata soltanto per vizi di forma.

3.3.2 Definizione agevolata delle liti pendenti

Leggi speciali (da L. 190/2014 alla Legge 197/2022) hanno previsto periodicamente la “rottamazione” delle liti pendenti: il contribuente può chiudere il contenzioso versando solo le imposte e gli interessi, con abbattimento totale o parziale delle sanzioni e degli aggi. L’ultima rottamazione quater ha permesso di definire i carichi affidati ad AdER fino al 30 giugno 2022 pagando l’importo iscritto senza sanzioni; la Cassazione ha ribadito che la definizione si perfeziona con la presentazione della dichiarazione e il pagamento delle prime rate .

3.3.3 Ravvedimento operoso

Prima di ricevere l’accertamento, il contribuente può regolarizzare spontaneamente l’omesso o insufficiente pagamento ricorrendo al ravvedimento operoso (art. 13 D.Lgs. 471/97), riducendo notevolmente sanzioni e interessi. È utile agire tempestivamente per evitare controlli e pesanti sanzioni.

3.3.4 Transazione fiscale nell’ambito del sovraindebitamento

Nel contesto delle procedure di crisi da sovraindebitamento previste dalla L. 3/2012 e oggi dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, il debitore può proporre una transazione ai creditori fiscali offrendo il pagamento parziale del debito. La proposta deve assicurare un trattamento non inferiore a quello degli altri chirografari e può prevedere l’abbattimento di interessi e sanzioni. L’adesione dell’Agenzia è vincolante se la proposta offre un importo superiore a quanto l’Erario otterrebbe in caso di liquidazione.

3.4 Negoziazione assistita e piani di rientro stragiudiziali

L’avv. Monardo, in qualità di esperto negoziatore della crisi d’impresa, può assistere imprese e lavoratori autonomi nella rinegoziazione del debito con l’Agenzia, le banche e gli altri creditori. La procedura, introdotta dal D.L. 118/2021, prevede la nomina di un esperto iscritto in appositi elenchi che facilita il dialogo tra debitore e creditori. L’obiettivo è raggiungere un accordo stragiudiziale che preveda l’allungamento delle scadenze, la riduzione delle sanzioni e, quando possibile, la rinuncia a ipoteche o pignoramenti.

4 – Strumenti alternativi: rottamazione, definizioni agevolate, sovraindebitamento ed esdebitazione

4.1 Rottamazione e definizione agevolata delle cartelle

La rottamazione (o definizione agevolata) consente di estinguere le cartelle pagando solo l’imposta e gli interessi legali, senza sanzioni né interessi di mora. Dal 2016 ad oggi sono state varate numerose rottamazioni (bis, ter, quater). La Legge 197/2022 ha introdotto la rottamazione quater per i carichi affidati ad AdER fino al 30 giugno 2022, con pagamento in un’unica soluzione o in 18 rate. La Cassazione ha confermato che il contenzioso si estingue quando il contribuente presenta la domanda e paga le prime rate .

Vantaggi:

  • Eliminazione totale di sanzioni e interessi di mora;
  • Possibilità di rateizzazione (fino a 18 rate);
  • Sospensione delle procedure esecutive durante il pagamento;
  • Estinzione dei giudizi pendenti.

Svantaggi:

  • Occorre versare integralmente l’imposta e gli interessi entro le scadenze previste; il ritardo anche di una sola rata comporta la perdita del beneficio;
  • Non è sempre possibile rottamare tributi locali o contributi previdenziali.

4.2 Definizione agevolata degli avvisi bonari

Gli avvisi bonari sono comunicazioni con cui l’Agenzia delle Entrate informa il contribuente di irregolarità riscontrate nelle dichiarazioni (art. 36‑bis D.P.R. 600/73). In alcuni periodi il legislatore ha previsto la definizione agevolata con riduzione delle sanzioni al 3 % (rispetto al 30 % ordinario). Il contribuente può aderire entro 30 giorni pagando l’imposta più la sanzione ridotta; se non paga, l’Agenzia iscrive il ruolo e avvia la riscossione.

Questa definizione rappresenta un’opportunità per sanare errori formali a costi contenuti. È importante controllare le scadenze e verificare eventuali condoni in corso.

4.3 Piani del consumatore e accordi di ristrutturazione

La crisi economica, accentuata dalla pandemia e dal rialzo dei tassi, ha spinto molti contribuenti in situazioni di sovraindebitamento. Il Codice della Crisi offre diversi strumenti:

4.3.1 Piano del consumatore

È riservato a chi ha debiti non riconducibili a un’attività imprenditoriale (consumatori) e consente di proporre un piano di pagamento ai creditori, con falcidia (riduzione) dei debiti e pagamento dilazionato. Non richiede l’approvazione dei creditori fiscali se questi vengono pagati almeno quanto otterrebbero nella liquidazione. La sentenza del Tribunale di Napoli 78/2025 ha riconosciuto che il piano può comprendere anche debiti commerciali se prevalgono quelli personali e ha ritenuto sufficiente la non colpevolezza grave per l’ammissione . Ciò amplia la platea di soggetti che possono accedere alla procedura.

4.3.2 Accordo di ristrutturazione dei debiti

È rivolto a imprenditori sotto soglia, professionisti e imprese agricole. Richiede l’approvazione di almeno il 60 % dei creditori e prevede un piano di pagamento anche con tagli al debito. Se gli enti fiscali non rispondono entro 90 giorni si considera tacitamente accolta la proposta.

4.3.3 Liquidazione controllata ed esdebitazione

Quando il debitore non ha margine per proporre un piano, può accedere alla liquidazione controllata (equivalente al fallimento del privato). Un liquidatore vende i beni del debitore e distribuisce il ricavato. Dopo tre anni (o cinque in caso di imprenditore) il debitore può chiedere l’esdebitazione residua: ottiene la cancellazione dei debiti ancora insoddisfatti e ricomincia da zero. Questa “seconda possibilità” è uno strumento di civiltà che consente di tornare a una vita dignitosa.

4.4 Tabelle riassuntive degli strumenti alternativi

StrumentoDestinatariNormativaCondizioni principaliBenefici
Rottamazione/Definizione agevolataTutti i debitori con cartelle affidate entro la data fissata dalla leggeLegge 197/2022 e successivePresentare domanda e pagare l’imposta e interessi legali; sanzioni annullate; perdita del beneficio se si salta una rataRiduzione drastica del debito, estinzione dei giudizi
Piano del consumatorePersone fisiche con debiti prevalentemente personaliL. 3/2012 e CCIIProporre un piano sostenibile con falcidia; non è necessaria l’approvazione dell’Agenzia se si offre più della liquidazione; non grave colpevolezzaAnnullamento parziale dei debiti e pagamento dilazionato fino a 20 anni
Accordo di ristrutturazioneImprenditori e professionistiL. 3/2012 e CCIINecessaria approvazione del 60 % dei creditori; proposta di pagamento anche parziale; possibile transazione fiscaleRiduzione del debito, continuità aziendale
Liquidazione controllata ed esdebitazioneDebitori senza possibilità di pianoL. 3/2012 e CCIIVendita dei beni e soddisfacimento parziale dei creditori; dopo 3‑5 anni esdebitazione residuaCancellazione definitiva dei debiti residui

5 – Errori comuni e consigli pratici

Molti contribuenti incappano in errori che aggravano la propria posizione. Vediamo quali sono e come evitarli.

  1. Ignorare l’atto – Lasciare scadere i termini di 60 giorni comporta la perdita di ogni possibilità di impugnazione e rende il debito immediatamente esecutivo. Non sottovalutare l’importanza della notifica.
  2. Pagare parzialmente senza un piano – Effettuare versamenti spontanei senza aver ottenuto un piano di rateizzazione non sospende le azioni esecutive e non evita sanzioni; al contrario, la presentazione dell’istanza di rateizzazione blocca i pignoramenti .
  3. Omettere la prova della difficoltà – Per piani oltre 84‑108 rate è indispensabile allegare ISEE o indici di liquidità . Fornire documenti incompleti porta al rigetto.
  4. Non aggiornare il domicilio digitale – Molti avvisi vengono notificati via PEC. È fondamentale mantenere attivo e controllare regolarmente l’indirizzo PEC comunicato all’Agenzia.
  5. Confondere definizione agevolata con rateizzazione – La definizione agevolata estingue il debito riducendo sanzioni, mentre la rateizzazione spalma l’intero importo nel tempo. Sono strumenti diversi e incompatibili: aderendo alla rottamazione si rinuncia alla rateizzazione e viceversa.
  6. Sottovalutare la crisi di impresa – Imprenditori e professionisti spesso trascurano le procedure di negoziazione assistita o l’accordo di ristrutturazione per timore dello stigma. In realtà, avviare per tempo un percorso di ristrutturazione consente di salvare l’attività e ottenere lo stralcio di parte del debito.

Consigli pratici

  • Agire subito: dal giorno della notifica iniziano a decorrere i termini. Consultare immediatamente un professionista per valutare la strategia.
  • Preparare un fascicolo completo: raccogliere bilanci, dichiarazioni, estratti conto e ogni documento utile a dimostrare la difficoltà economica.
  • Verificare le novità normative: la disciplina fiscale cambia spesso; le modifiche del 2024‑25 hanno introdotto regole più favorevoli per i contribuenti virtuosi.
  • Mantenere i pagamenti costanti: in un piano a rate, pianificate il budget per non saltare rate; la decadenza comporta la perdita del beneficio .
  • Considerare gli strumenti di sovraindebitamento: se la situazione debitoria è complessa, valutate il piano del consumatore o l’accordo di ristrutturazione; l’esdebitazione è una seconda possibilità.

6 – Simulazioni pratiche e numeriche

Per comprendere l’effetto delle diverse opzioni, proponiamo alcune simulazioni. Le cifre sono puramente esemplificative e servono a mostrare l’incidenza di interessi, rate e falcidie.

6.1 Rateizzazione standard per un debito di 20.000 €

Supponiamo che Tizio riceva una cartella da 20.000 € (10.000 € d’imposta, 5.000 € di sanzioni, 5.000 € di interessi e aggio). Decide di chiedere la rateizzazione semplice nel 2025 (max 84 rate). Poiché il nuovo art. 19 richiede il pagamento integrale di sanzioni e interessi, Tizio dovrà rateizzare l’intero importo.

PianoNumero rateImporto rata (approssimato)
84 rate7 anni20.000 / 84 ≈ € 238 al mese
96 rate (domanda nel 2027)8 anni20.000 / 96 ≈ € 208 al mese
108 rate (domanda dal 2029)9 anni20.000 / 108 ≈ € 185 al mese
120 rate (con documentazione)10 anni20.000 / 120 ≈ € 167 al mese

Se Tizio salta 8 rate (anche non consecutive), perde il beneficio e AdER procederà al pignoramento . Pertanto deve valutare un piano sostenibile.

6.2 Definizione agevolata (rottamazione) per un debito di 20.000 €

Supponiamo che lo stesso debito sia compreso tra i carichi rottamabili. La Legge 197/2022 consente di pagare solo imposta e interessi legali. Ipotesi: 10.000 € di imposta, 500 € di interessi legali. L’aggio e le sanzioni (9.500 €) vengono cancellati. Tizio può scegliere:

  • Unica soluzione: paga 10.500 € entro la scadenza prevista.
  • 18 rate: 10.500 € / 18 ≈ € 583 a rata.

Il risparmio rispetto alla rateizzazione ordinaria è notevole, ma occorre rispettare tutte le scadenze, altrimenti si perde il beneficio.

6.3 Piano del consumatore con debiti fiscali e bancari

Caia è una professionista con debiti complessivi per 250.000 €: 100.000 € verso banche (mutuo e prestiti), 100.000 € verso l’Erario (IVA e IRAP) e 50.000 € verso fornitori. I debiti personali (mutuo e prestiti) sono quantitativamente prevalenti. Caia presenta un piano del consumatore in tribunale offrendo:

  • Pagamento del 30 % ai creditori fiscali in 20 anni (30.000 €), con un tasso d’interesse annuo dello 0 %;
  • Pagamento del 10 % ai fornitori (5.000 €) in cinque anni;
  • Pagamento integrale del mutuo alle banche con rata ridotta e allungamento della durata.

Il tribunale accoglie il piano applicando il criterio della non colpevolezza grave . Caia verserà 30.000 € all’Erario in 20 anni, cioè 1.500 € l’anno (125 € al mese), anziché 100.000 € immediatamente. L’impatto sul suo reddito è più sostenibile e le consente di proseguire l’attività professionale.

6.4 Accordo di ristrutturazione per un’impresa

Una piccola impresa ha debiti per 500.000 € (200.000 € verso l’Erario, 150.000 € verso banche e 150.000 € verso fornitori). I ricavi sono in calo; l’indice di liquidità è 0,4 e l’indice di sostenibilità del debito 0,8 (al limite). L’imprenditore avvia la procedura di negoziazione assistita con l’aiuto di un esperto negoziatore (D.L. 118/2021). Si raggiunge un accordo in base al quale:

  • L’Erario accetta il pagamento del 50 % del debito in 10 anni (100.000 €), rinunciando a sanzioni e parte degli interessi;
  • Le banche accettano la moratoria di 24 mesi sui mutui e la proroga di 10 anni con tasso ridotto;
  • I fornitori accettano la riduzione del 40 % con pagamento in 5 anni.

Il piano viene omologato e la società evita la liquidazione. In tal modo l’impresa risparmia complessivamente 100.000 € e ottiene tempo per riprendersi, preservando posti di lavoro.

7 – Domande frequenti (FAQ)

  1. Che differenza c’è tra avviso di accertamento e cartella di pagamento?
    L’avviso di accertamento è l’atto con cui l’Agenzia determina le maggiori imposte dovute; dal 2010 è divenuto anche titolo esecutivo: trascorsi 60 giorni dalla notifica senza ricorso o pagamento, diventa esecutivo e dopo altri 30 giorni il carico è affidato ad AdER . La cartella è emessa da AdER per riscuotere tributi già definitivi; dà 60 giorni per pagare o impugnare .
  2. Entro quanto tempo devo pagare l’avviso o la cartella?
    Entro 60 giorni dalla notifica. Per l’avviso esecutivo, dopo 60 giorni l’atto diventa esecutivo e dopo altri 30 giorni iniziano le azioni coattive ; per la cartella, le azioni iniziano allo scadere dei 60 giorni .
  3. Posso rateizzare qualsiasi cartella?
    Sì, purché il debito sia iscritto a ruolo e non sia già stata concessa una rateizzazione decaduta. Dal 2025 la domanda semplice consente 84/96/108 rate a seconda dell’anno; per piani fino a 120 rate occorre documentare la difficoltà .
  4. Quali documenti servono per la rateizzazione?
    Per importi fino a 120k € è sufficiente un’autocertificazione. Per importi superiori: ISEE per persone fisiche, indici di liquidità e sostenibilità per imprese , bilanci, estratti conto e ogni elemento utile a dimostrare la temporanea difficoltà.
  5. Cosa succede se non pago una rata?
    Con il nuovo regime si decade dopo il mancato pagamento di otto rate anche non consecutive . Dopo la decadenza, AdER può avviare l’esecuzione e non sarà più possibile ottenere una nuova rateizzazione per gli stessi carichi.
  6. Posso chiedere una seconda rateizzazione?
    Sì, ma soltanto se il piano precedente è decaduto per cause non imputabili al contribuente (malattia grave, eventi calamitosi). In caso contrario la normativa vieta di ri-rateizzare lo stesso carico.
  7. Cos’è l’indice di liquidità e come si calcola?
    È uno degli indicatori introdotti dal decreto MEF 27/12/2024. Si calcola come rapporto tra attività liquide e passività correnti; valori bassi indicano difficoltà. Serve a valutare la richiesta di rateizzazione documentata .
  8. L’ISEE influisce sul numero di rate?
    Sì. Per le persone fisiche l’agente valuta l’ISEE corrente; un ISEE basso consente di ottenere più rate (fino a 108 o 120) .
  9. Posso sospendere un fermo amministrativo pagando la prima rata?
    Con il nuovo art. 19, il pagamento della prima rata estingue l’atto esecutivo in corso (fermi, ipoteche e pignoramenti) . È però necessario che il fermo riguardi lo stesso carico rateizzato.
  10. Cosa succede se l’Agenzia usa prove bancarie senza autorizzazione?
    Secondo la Cassazione 27128/2025, l’utilizzo di prove acquisite irregolarmente non è vietato salvo violazione di diritti fondamentali . In sede di ricorso si può comunque eccepire la violazione del diritto alla privacy e chiedere l’esclusione delle prove.
  11. Dopo un accertamento con adesione e rateizzazione, quanto tempo ha l’Agenzia per notificare la cartella se decado dal piano?
    La Cassazione 24766/2025 ha stabilito che l’Agenzia deve notificare la cartella entro due anni dalla scadenza della rata non pagata .
  12. Cosa sono gli avvisi bonari e posso contestarli?
    Sono comunicazioni di irregolarità emesse dall’Agenzia ai sensi dell’art. 36‑bis. Non sono veri e propri avvisi di accertamento; se non si pagano entro i termini, l’irregolarità viene iscritta a ruolo e non è più possibile la definizione agevolata. È possibile fornire chiarimenti o integrare documenti per correggere l’errore.
  13. La rottamazione conviene sempre?
    Conviene se la cartella comprende sanzioni e interessi elevati, poiché la definizione li cancella. Tuttavia non tutte le cartelle sono rottamabili (es. le risorse proprie dell’UE). Inoltre le scadenze sono rigide e la perdita del beneficio fa rivivere l’intero debito.
  14. Cosa sono i pignoramenti esattoriali?
    Sono procedure con cui AdER blocca conti correnti, stipendi, pensioni o beni immobili del debitore. Possono essere avviate dopo 60 giorni dalla cartella o 60+30 giorni dall’avviso esecutivo . La rateizzazione o la sospensione impediscono il pignoramento.
  15. È possibile compensare crediti verso la pubblica amministrazione con debiti fiscali?
    Sì. L’art. 28‑ter D.P.R. 602/73 consente la compensazione tra crediti commerciali vantati nei confronti della P.A. e debiti iscritti a ruolo . Occorre presentare istanza all’ente creditore e ad AdER allegando i certificati di credito.
  16. Posso ottenere lo stralcio automatico dei debiti fino a 1.000 €?
    Nel 2023 e 2024 alcuni provvedimenti hanno previsto lo stralcio automatico dei carichi affidati ad AdER fino a 1.000 €. Al momento non sono previste ulteriori rottamazioni automatiche; è necessario attendere eventuali nuove disposizioni.
  17. Che differenza c’è tra piano del consumatore e accordo di ristrutturazione?
    Il piano del consumatore è riservato a debitori non imprenditori e non richiede l’approvazione della maggioranza dei creditori. L’accordo di ristrutturazione riguarda imprenditori e professionisti e necessita dell’approvazione di almeno il 60 % dei creditori. Entrambi permettono il taglio dei debiti e la dilazione.
  18. Cosa si intende per esdebitazione?
    È la cancellazione dei debiti residui non pagati dopo la liquidazione controllata. Trascorsi 3 anni per i privati o 5 anni per gli imprenditori, il debitore può chiedere al giudice di essere liberato dalle obbligazioni e ricominciare.
  19. Qual è il ruolo del Garante del contribuente?
    È un organo indipendente che vigila sul rispetto dei diritti del contribuente. In caso di comportamenti illegittimi durante le verifiche (es. permanenza oltre 30 giorni, mancata informazione), il contribuente può segnalare l’abuso .
  20. È possibile contestare solo una parte dell’avviso?
    Sì. Il ricorso può riguardare solo alcuni capi dell’atto, ad esempio le sanzioni o gli interessi. Tuttavia se si impugna l’intero atto, occorre contestare tutti gli elementi, perché l’annullamento parziale può riguardare solo le questioni dedotte.

8 – Conclusione: agire tempestivamente con l’assistenza giusta

L’accertamento fiscale e la cartella di pagamento non sono una semplice richiesta di denaro: sono atti che possono trasformarsi rapidamente in pignoramenti, fermi e ipoteche. Le riforme degli ultimi anni, culminate con il D.Lgs. 110/2024, hanno reso l’accertamento immediatamente esecutivo e hanno rivisto profondamente le regole sulla rateizzazione. Se da un lato queste novità hanno potenziato i poteri dell’amministrazione, dall’altro hanno introdotto strumenti più flessibili per i contribuenti che dimostrano la propria difficoltà economica, con piani fino a 120 rate, sospensione delle azioni esecutive e criteri più equi .

Difendersi è possibile: la legge richiede che l’avviso sia motivato e che la verifica rispetti i diritti del contribuente ; la Cassazione continua a fissare principi favorevoli, come la necessità di notificare la cartella entro due anni dalla rata scaduta o la possibilità di utilizzare prove solo se raccolte senza violare diritti fondamentali . Esistono inoltre le rottamazioni, gli accordi di ristrutturazione, i piani del consumatore e la procedura di esdebitazione, che permettono di tagliare il debito e ripartire .

Per sfruttare al meglio queste opportunità è essenziale agire tempestivamente e con l’aiuto di professionisti competenti. L’Avv. Giuseppe Angelo Monardo e il suo staff di avvocati e commercialisti hanno maturato un’esperienza pluriennale nella difesa di contribuenti e imprese. Grazie al coordinamento nazionale di professionisti esperti, all’iscrizione negli elenchi del Ministero della Giustizia come gestore della crisi da sovraindebitamento e alla qualifica di esperto negoziatore, lo studio è in grado di:

  • Analizzare la legittimità dell’avviso o della cartella e individuare i vizi che ne consentono l’annullamento;
  • Predisporre ricorsi e istanze di sospensione per bloccare subito fermi, ipoteche e pignoramenti;
  • Negoziare con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione piani di rateizzazione personalizzati o transazioni fiscali;
  • Attivare procedure di sovraindebitamento (piano del consumatore, accordo di ristrutturazione, liquidazione controllata) per ottenere la falcidia e l’esdebitazione dei debiti;
  • Assistere nelle rottamazioni e nelle definizioni agevolate per chiudere i contenziosi risparmiando sanzioni e interessi.

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La consulenza fisica, a differenza da quella esclusivamente digitale, avviene sempre a partire da due settimane dal primo contatto.

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