Truffa contrattuale contestata: come tutelarsi e dimostrare la buona fede

Introduzione

La truffa contrattuale rappresenta una delle insidie più subdole per chiunque sottoscriva un accordo economico. A differenza di altre fattispecie penali, la frode in ambito contrattuale si annida nelle dichiarazioni e nelle omissioni che precedono o accompagnano la stipulazione, compromettendo la libertà negoziale della vittima e provocando un danno non solo patrimoniale ma spesso reputazionale. In gioco vi sono il rispetto delle regole di buona fede e la tutela della fiducia che regge ogni rapporto giuridico: violare questi principi può trasformare un mero inadempimento civile in un reato, con risvolti penali e fiscali rilevanti.

Negli ultimi anni la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha fornito numerosi chiarimenti su quando la truffa contrattuale si consuma, su quale sia il ruolo del silenzio o delle mezze verità nella configurazione dell’inganno e su come distinguere il dolo iniziale – l’intenzione di non adempiere fin dall’inizio – dal semplice inadempimento. Sentenze recenti, come la n. 9092/2024, hanno evidenziato che il reato si perfeziona nel momento in cui si realizza l’effettivo pregiudizio per la vittima e il corrispondente ingiusto profitto per l’agente . Altre pronunce hanno chiarito che la truffa contrattuale è reato istantaneo e di danno: la consumazione non coincide con la stipula del contratto o con il pagamento del prezzo, ma con la perdita irreversibile della disponibilità del bene o del denaro da parte del raggirato .

Questo articolo, aggiornato a novembre 2025, si propone di offrire un quadro completo e operativo su come il debitore o il contribuente può difendersi efficacemente quando viene accusato di aver perpetrato una truffa contrattuale, oppure quando, al contrario, ritiene di essere stato truffato. La prospettiva adottata è sempre quella del soggetto che subisce o teme di subire un’azione esecutiva, un pignoramento o la notifica di un atto tributario conseguente al presunto reato. L’obiettivo è duplice:

  • chiarire le fonti normative (codice penale, codice civile, codice del consumo, leggi speciali) e la giurisprudenza di legittimità più recente che delineano gli elementi costitutivi della fattispecie;
  • fornire una guida pratica per impostare la difesa, raccogliere prove della propria buona fede, avviare azioni di annullamento o sospensione dei provvedimenti e accedere agli strumenti alternativi di composizione della crisi (piani del consumatore, accordi di ristrutturazione, esdebitazione e definizioni agevolate).

Perché un’assistenza legale qualificata è fondamentale

Il rischio principale in presenza di un’accusa di truffa contrattuale è sottovalutare la complessità della disciplina e i tempi stretti per reagire. Una difesa improvvisata può condurre a:

  • sanzioni penali (reclusione e multa ai sensi dell’art. 640 c.p.)
  • sequestri e misure cautelari sul patrimonio;
  • azioni esecutive (pignoramenti di stipendi, conti e beni immobili) o fermo amministrativo;
  • perdita della reputazione professionale e iscrizione nel casellario giudiziale;
  • esclusione dalle definizioni agevolate e da procedure di composizione della crisi.

L’Avv. Giuseppe Angelo Monardo, cassazionista con consolidata esperienza nel diritto bancario e tributario, coordina un team multidisciplinare di avvocati e commercialisti attivi su tutto il territorio nazionale. È Gestore della crisi da sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012, professionista fiduciario di un Organismo di composizione della crisi (OCC) e Esperto negoziatore della crisi d’impresa ai sensi del D.L. 118/2021. Grazie a queste competenze, lo Studio Monardo può:

  • analizzare tempestivamente le carte, individuando eventuali vizi formali dell’atto di contestazione o elementi di inesistenza del reato;
  • predisporre ricorsi e opposizioni presso giudici civili e penali, sospendendo l’efficacia di cartelle e atti esecutivi;
  • avviare trattative extragiudiziali con creditori e controparte, predisponendo piani di rientro calibrati sulla situazione economica del cliente;
  • accedere agli strumenti di composizione della crisi (accordi di ristrutturazione dei debiti, piani del consumatore, esdebitazione) e alle definizioni agevolate previste dalle ultime leggi di bilancio, anche in presenza di debiti tributari.

📩 Contatta subito qui di seguito l’Avv. Giuseppe Angelo Monardo per una valutazione legale personalizzata e immediata.

1. Contesto normativo e giurisprudenziale

1.1 La definizione di truffa contrattuale (art. 640 c.p.)

L’art. 640 del codice penale disciplina il delitto di truffa. Secondo il testo normativo, commette tale reato «chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno» . La disposizione prevede aggravanti se il fatto è commesso a danno dello Stato o di enti pubblici, se si ricorre all’uso di firma digitale o se il danno supera determinate soglie .

Perché si configuri la truffa contrattuale è necessario che l’inganno si inserisca nel contesto di un rapporto negoziale: l’agente utilizza artifizi, raggiri o omissioni per indurre la controparte a concludere un contratto che non avrebbe stipulato se fosse stata consapevole delle reali condizioni. La vittima subisce un danno immediato (perdita del denaro o del bene, o limitazione della propria libertà contrattuale) e l’agente ottiene un profitto ingiusto.

Due elementi sono particolarmente rilevanti:

  1. L’artifizio o il raggiro: non necessariamente devono consistere in azioni fraudolente eclatanti; secondo la Cassazione, può integrare l’elemento materiale anche il silenzio maliziosamente serbato su circostanze fondamentali. La sentenza della Sezione II n. 31895/2025 ha affermato che gli artifici e raggiri possono consistere anche in una semplice omissione informativa, purché sia finalizzata a indurre la vittima a stipulare il contratto . Allo stesso tempo, la stessa decisione precisa che per la sussistenza del reato occorre dimostrare un nesso causale tra la falsa rappresentazione (o il silenzio) e il contratto: diversamente, la condotta integra solo responsabilità civile .
  2. L’ingiusto profitto con altrui danno: la truffa contrattuale è reato di danno e non di pericolo. Il bene giuridico protetto è non solo il patrimonio, ma anche la libertà negoziale della vittima. Di conseguenza, la consumazione non si perfeziona al momento della stipula o del pagamento, bensì quando la vittima subisce un pregiudizio effettivo e l’autore ottiene il profitto. La sentenza n. 9092/2024 ha chiarito che, in caso di vendita di beni pagati con bonifico, la truffa si consuma solo quando i beni vengono asportati dal luogo di deposito, rendendo impossibile all’acquirente ritirarli . Nel caso esaminato, la Corte ha individuato il momento consumativo nella privazione della disponibilità del bene e non nel pagamento.

1.2 La buona fede nelle trattative e nell’esecuzione del contratto

La buona fede è un principio cardine del diritto civile italiano e costituisce il criterio attraverso cui valutare la liceità della condotta contrattuale. L’art. 1337 c.c. impone che le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto, si comportino secondo buona fede . Se una parte abbandona le trattative senza giusta causa o omette di informare l’altra della sopravvenuta nullità, incorre nella responsabilità precontrattuale .

L’art. 1338 c.c. dispone che la parte che, conoscendo o dovendo conoscere l’esistenza di una causa di invalidità del contratto, non ne dia notizia all’altra, è tenuta al risarcimento del danno . Tale norma evidenzia il dovere di trasparenza: tacere su un elemento essenziale che rende il contratto nullo o annullabile è un comportamento contrario a buona fede e può costituire il presupposto della truffa contrattuale.

Infine, l’art. 1375 c.c. stabilisce che “il contratto deve essere eseguito secondo buona fede” . La buona fede nell’esecuzione implica non solo l’adempimento esatto dell’obbligazione, ma anche il rispetto dei doveri di correttezza, lealtà e cooperazione. L’inadempimento doloso, cioè preordinato fin dall’inizio, integra l’elemento soggettivo della truffa; l’inadempimento colposo o per semplice difficoltà economica rimane invece nell’alveo della responsabilità civile.

1.3 Dolo iniziale e distinzione con l’inadempimento civile

Una delle questioni più dibattute riguarda il confine tra dolo iniziale (che integra l’elemento soggettivo della truffa) e semplice inadempimento civile. La Corte di Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12427 del 31 marzo 2025, ha ribadito che il dolo truffaldino si manifesta nella volontà dell’agente, sin dal momento della stipulazione o dell’avvio del rapporto commerciale, di non adempiere la propria obbligazione. Eventuali pagamenti parziali sono strumentali solo a conquistare la fiducia della vittima; rientrano in un piano unitario di artifizi e raggiri. L’inadempimento puramente civilistico è configurabile solo quando manca la preordinazione fraudolenta e non emergono false qualità o altri mezzi simulatori diretti a ingannare la controparte . Questa distinzione è fondamentale: in assenza di dolo iniziale, l’inadempimento contrattuale può essere sanzionato in sede civile (es. risoluzione o risarcimento), ma non integra il reato di truffa.

1.4 Il momento consumativo del reato e il pregiudizio effettivo

L’orientamento consolidato della Suprema Corte qualifica la truffa contrattuale come reato istantaneo e di danno. La consumazione coincide con il momento in cui si verifica il pregiudizio per il raggirato e l’agente consegue l’ingiusto profitto. La sentenza n. 23080/2018 (Sez. II) ha ribadito che il reato si consuma quando il raggirato perde la disponibilità del bene o della somma e non può più esercitare i propri diritti: è questo il momento da cui decorrono la prescrizione e gli effetti giuridici .

La pronuncia n. 9092/2024, depositata il 4 marzo 2025, ha ulteriormente chiarito che l’analisi deve considerare le peculiarità dell’accordo e le modalità delle condotte. Il danno si manifesta quando la vittima è definitivamente privata della possibilità di ottenere quanto promesso . In concreto, la Corte ha ritenuto che la truffa non si consumi al momento del bonifico, bensì quando i beni pagati vengono sottratti e l’acquirente non può più ritirarli.

1.5 Il silenzio maliziosamente serbato e la rilevanza delle omissioni

Una questione affrontata dalle sentenze più recenti riguarda la rilevanza del silenzio nell’integrazione degli artifizi e raggiri. Il principio, enunciato già nel 2018, è stato ribadito dalla sentenza n. 31895/2025: «Gli artifizi e raggiri possono consistere anche nel semplice silenzio maliziosamente serbato su circostanze fondamentali ai fini della conclusione del contratto» . Tuttavia, non basta tacere su un elemento rilevante; è necessario dimostrare che l’omissione abbia determinato l’errore della parte offesa e che sussista un nesso causale tra l’inganno e l’atto di disposizione patrimoniale . In mancanza di tali requisiti, il comportamento potrà essere sanzionato in sede civile per violazione dell’obbligo di informazione (art. 1337 e 1338 c.c.), ma non integrerà la fattispecie penale.

1.6 Il bene giuridico tutelato e l’entità del danno

La giurisprudenza più recente, come la sentenza n. 12231/2024 (commentata da LexCED), ha sottolineato che il danno della truffa contrattuale non si misura solo nella perdita economica subita. La lesione principale riguarda la libertà di autodeterminazione contrattuale della vittima: anche quando l’affare risulta successivamente vantaggioso, l’inganno iniziale viola il bene della libera scelta【593993921838245†L2500-L2603】. Inoltre, nel quantificare il danno occorre considerare l’intero valore dell’operazione; la negligenza della parte offesa non esclude la responsabilità dell’agente, salvo che il raggiro sia così grossolano da essere superabile con l’ordinaria diligenza .

1.7 Norme complementari e profili fiscali

Oltre alle disposizioni citate, altre norme possono assumere rilievo in caso di truffa contrattuale:

  • Codice del consumo (D.Lgs. 206/2005): nei contratti con i consumatori, soprattutto a distanza o fuori dai locali commerciali, l’uso di pratiche commerciali scorrette o la mancata informativa sui diritti di recesso può costituire artifizio, integrando responsabilità anche amministrativa. Gli artt. 33 ss. tutelano contro le clausole abusive.
  • D.Lgs. 70/2003 (Commercio elettronico): disciplina gli obblighi di informazione per venditori e prestatori di servizi online.
  • Legge n. 3/2012 (Crisi da sovraindebitamento) e D.L. 118/2021 (Composizione negoziata della crisi d’impresa): forniscono strumenti per la gestione del debito e per la tutela del debitore che si trovi a fronteggiare procedimenti esecutivi derivanti da situazioni contrattuali fraudolente. L’accesso a tali procedure può sospendere le azioni esecutive e consentire l’omologazione di un piano di ristrutturazione.
  • Leggi di bilancio 2023-2025 e normative sulla definizione agevolata (cd. rottamazione quater e successive proroghe): prevedono la possibilità di estinguere cartelle affidate all’agente della riscossione per debiti maturati dal 2000 al 2022, pagando solo il capitale e un interesse ridotto; queste procedure possono essere utili anche per definire debiti derivanti da pronunce penali di truffa contrattuale.
  • Circolari dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Entrate‑Riscossione: precisano le modalità di adesione alle definizioni agevolate, le scadenze (ad es. pagamento della prima rata entro luglio 2025) e l’applicazione dell’interesse al 2% annuo dal 1° novembre 2023; tali circolari sono fondamentali per comprendere come sanare la propria posizione in modo conforme alla legge.

2. Procedura passo‑passo: cosa accade dopo la notifica dell’atto

Chi riceve un avviso di garanzia, una querela o un atto di citazione per truffa contrattuale deve reagire con rapidità e metodo. Di seguito sono illustrati i passaggi principali:

2.1 Verifica dell’atto e raccolta documentale

  1. Esaminare l’atto ricevuto: se si tratta di un avviso di conclusione delle indagini, di un decreto di citazione a giudizio o di una cartella esattoriale, occorre verificare la data di notifica, i termini per l’impugnazione e la corretta individuazione del fatto. Qualsiasi vizi formale (es. mancanza di sottoscrizione, indicazione errata del giudice, difetto di notifica) può rendere l’atto nullo.
  2. Raccogliere i documenti: è fondamentale reperire contratto, preventivi, ricevute di pagamento, corrispondenza e-mail, messaggi, prove dell’avvenuta consegna o esecuzione della prestazione. In particolare, la dimostrazione della buona fede passa attraverso la prova dell’intenzione di adempiere (es. versamento di acconti, acquisto dei materiali necessari, solleciti alla controparte).
  3. Verificare la presenza di esclusioni: nei rapporti con la pubblica amministrazione o con enti finanziari, controllare se l’atto rientra tra quelli definibili mediante rottamazioni o definizioni agevolate; se sì, segnare le relative scadenze.

2.2 Analisi giuridica e strategia difensiva

  1. Consultare un legale specializzato: la valutazione della fattispecie e la distinzione tra dolo e semplice inadempimento richiedono competenze specifiche. L’avvocato analizzerà se sussistono gli elementi della truffa (artifizi/raggiri, errore, profitto, danno) e se il comportamento può invece essere qualificato come condotta civilistica.
  2. Calcolare i termini di prescrizione: essendo la truffa contrattuale reato istantaneo, la prescrizione decorre dal momento in cui si consuma il reato . Interruzioni e sospensioni (es. per atti di indagine, istanze di parte o sospensioni dovute alla pandemia) devono essere valutate con precisione.
  3. Valutare la presentazione di una querela: qualora il soggetto si consideri vittima di truffa, l’azione penale si inizia con la querela, salvo aggravanti. La querela va presentata entro tre mesi dalla scoperta del reato; negli altri casi la procedibilità è d’ufficio. La querela può essere ritirata, ma non dopo la dichiarazione di apertura del dibattimento.
  4. Preparare l’eventuale costituzione di parte civile: la vittima può costituirsi parte civile nel processo penale per chiedere il risarcimento del danno. È necessario predisporre la lista testi e la documentazione a supporto.
  5. Per il soggetto accusato di truffa: predisporre la memoria difensiva, dimostrare l’assenza di dolo iniziale (es. dimostrando circostanze impreviste che hanno impedito l’adempimento) e valutare la richiesta di patteggiamento o di messa alla prova se sussistono i presupposti.

2.3 Presentazione di ricorsi e richieste di sospensione

  1. Ricorso contro la cartella esattoriale: se la truffa contrattuale è stata contestata in sede tributaria (ad esempio perché si ritiene che il contribuente abbia beneficiato di un vantaggio fiscale indebito), è possibile impugnare l’atto dinanzi alla Commissione tributaria provinciale entro 60 giorni. La sospensione automatica è concessa solo in determinate ipotesi; in caso contrario, occorre richiedere la sospensione cautelare del giudice.
  2. Opposizione all’esecuzione: quando l’importo derivante dalla sentenza penale viene iscritto a ruolo, il debitore può proporre opposizione agli atti esecutivi ex art. 615 c.p.c., contestando il titolo o il quantum.
  3. Istanza di sospensione del procedimento penale: la legge n. 3/2012 e il D.L. 118/2021 consentono di chiedere al giudice penale la sospensione del procedimento se è stata avviata una procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento o un accordo di ristrutturazione. La sospensione mira a favorire la ristrutturazione dei debiti e a prevenire la dispersione del patrimonio.

2.4 Trattative stragiudiziali e accordi di rientro

  1. Mediazione e negoziazione assistita: prima di intraprendere un giudizio, soprattutto in materia contrattuale, è possibile tentare la mediazione civile o la negoziazione assistita. Questi strumenti consentono di risolvere la controversia in tempi più rapidi e a costi inferiori, evitando la condanna penale e preservando rapporti commerciali.
  2. Accordi di rateizzazione: con l’assistenza dell’avvocato e del commercialista, è possibile negoziare un piano di rientro con la controparte o con l’Agenzia delle Entrate‑Riscossione. In presenza di definizioni agevolate, i pagamenti possono essere suddivisi in fino a 10 rate (scadenza finale 31 luglio 2025) con applicazione di un interesse del 2% annuo.
  3. Transazione penale o patteggiamento: nei casi in cui il fatto è stato commesso ma il danno è stato integralmente risarcito, l’imputato può richiedere il patteggiamento per ottenere una pena più mite. In alcune ipotesi, il pubblico ministero può proporre la messa alla prova, una modalità che consente l’estinzione del reato a seguito di lavori di pubblica utilità.

3. Difese e strategie legali

3.1 Come dimostrare la buona fede

Per difendersi efficacemente da un’accusa di truffa contrattuale, il debitore deve dimostrare di aver agito in buona fede, senza intenzione di ingannare la controparte. Ecco alcuni consigli pratici:

  1. Documentare ogni fase del rapporto: conservare preventivi, contratti, ordini, e-mail, messaggi e ogni prova che attesti le trattative e le modifiche concordate. Le comunicazioni attestano l’assenza di artifizi e la volontà di adempiere.
  2. Provare la capacità economica e organizzativa: se si è impossibilitati ad adempiere per cause sopravvenute (es. fallimento del fornitore, crisi economica, pandemia), è fondamentale documentare le ragioni dell’inadempienza e dimostrare di aver cercato soluzioni alternative.
  3. Mostrare i pagamenti effettuati: la corresponsione di acconti e la fatturazione regolare sono indizi di buona fede. Tuttavia, come osservato dalla Cassazione, tali pagamenti non escludono di per sé il dolo se sono preordinati a conquistare la fiducia della vittima ; occorre dimostrare la coerenza tra i versamenti e l’esecuzione del contratto.
  4. Chiedere la perizia tecnica: in caso di contestazioni sulla qualità del bene o del servizio, una perizia indipendente può confermare che i vizi erano ignorati dall’agente o che il prodotto era conforme alle specifiche, escludendo l’intenzione fraudolenta.
  5. Inviare comunicazioni di sollecito: se la controparte è inadempiente, inviare diffide o solleciti dimostra che si era interessati all’adempimento reciproco e non a truffare.
  6. Coinvolgere un professionista: la consulenza di un avvocato o di un commercialista prima della stipula può testimoniare l’intenzione di agire correttamente; inoltre l’esperto può certificare la congruità dell’operazione.

3.2 Difendersi davanti al giudice penale

  1. Contestare l’esistenza degli artifizi o raggiri: dimostrare che non vi sono state false rappresentazioni né omissioni determinanti. Ad esempio, se il contratto contiene clausole chiare e la controparte ha avuto tempo per valutarle, si può sostenere che non è stata indotta in errore.
  2. Negare il dolo iniziale: mostrare che le difficoltà sono sorte dopo la stipula e che non erano prevedibili. La giurisprudenza richiede la volontà di non adempiere sin dall’inizio ; l’assenza di questa volontà esclude il reato.
  3. Dimostrare l’inesistenza del danno: se la prestazione è stata eseguita o il bene è stato restituito prima della denuncia, il reato può ritenersi non consumato; l’azione è quindi improcedibile.
  4. Evidenziare la negligenza della vittima: pur non escludendo la truffa, la condotta della parte offesa può attenuare la responsabilità. Ad esempio, se la vittima accetta condizioni manifestamente svantaggiose o non verifica minimamente l’identità del contraente, la Corte può ridurre le pene o escludere l’aggravante.
  5. Invocare l’adempimento dell’accordo: se, nonostante le difficoltà, il debitore ha adempiuto integralmente (anche tardivamente) o ha depositato l’importo contestato, si può chiedere l’applicazione dell’art. 640, co. 3 c.p., che prevede la riduzione della pena.

3.3 Difendersi davanti al giudice civile e all’esattore

  1. Opposizione alla risoluzione contrattuale: se la controparte agisce per risolvere il contratto, si può eccepire la mancanza di inadempimento colpevole o chiedere la concessione di un termine ai sensi dell’art. 1454 c.c. L’esecuzione in buona fede e l’utilizzo leale del bene possono evitare la risoluzione.
  2. Domanda di annullamento per dolo: la vittima può chiedere l’annullamento entro un anno dalla scoperta dell’inganno, ai sensi dell’art. 1439 c.c., e pretendere la restituzione di quanto versato. Se il giudice riconosce il dolo, il contratto è inefficace ex tunc.
  3. Azione di risarcimento del danno: oltre alla restituzione, la vittima può ottenere i danni emergenti e il lucro cessante. Le sentenze più recenti valutano il danno sulla base dell’intero valore dell’operazione e non solo della differenza di prezzo【593993921838245†L2500-L2603】.
  4. Opposizione alla cartella esattoriale: se l’esattore iscrive a ruolo somme derivanti da una sentenza penale di truffa o da un atto di transazione, il debitore può impugnare eccependo la prescrizione o l’invalidità del titolo. È necessario depositare ricorso in Commissione tributaria entro 60 giorni o in tribunale ordinario a seconda della natura del credito.
  5. Domanda di sospensione e pagamento rateale: in presenza di debiti iscritti a ruolo, il debitore può chiedere la rateizzazione fino a 72 rate (8 rate se non c’è definizione agevolata) o accedere alla definizione agevolata, pagando solo il capitale e gli interessi ridotti. In caso di morosità, la riammissione può avvenire entro il 31 luglio 2025 con versamento integrale delle rate scadute.

4. Strumenti alternativi per risolvere il debito

Oltre alle difese tradizionali, l’ordinamento mette a disposizione strumenti straordinari per chi si trovi a dover gestire debiti derivanti da contratti fraudolenti. Tali strumenti consentono di ridurre o abbattere il carico debitorio, sospendere le azioni esecutive e ripartire.

4.1 Rottamazioni e definizioni agevolate

Dal 2016 il legislatore ha introdotto varie “rottamazioni” delle cartelle esattoriali, culminate nella “rottamazione quater” prevista dalla legge di bilancio 2023 e successive modifiche. In sintesi:

  • Ambito oggettivo: possono essere rottamati i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate‑Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, anche se oggetto di precedenti rottamazioni inefficaci. Sono esclusi i debiti per danni erariali, recupero aiuti di Stato e sanzioni penali.
  • Benefici: il contribuente paga solo le somme dovute a titolo di capitale e di spese per procedure esecutive, oltre agli interessi al 2% annuo calcolati dal 1° novembre 2023. Sono invece stralciati sanzioni, interessi di mora e aggio.
  • Procedure: l’istanza di adesione doveva essere presentata entro il 30 giugno 2023. Le prime tre rate sono state differite al 18 marzo 2024, poi al 15 marzo 2024 e infine al 31 luglio 2025, con la possibilità di versare il dovuto in un’unica soluzione o in un massimo di 10 rate di pari importo. La legge n. 18/2024 ha disposto la riammissione dei contribuenti decaduti purché versino le rate scadute entro luglio 2025.
  • Effetti: il pagamento tempestivo di tutte le rate estingue il debito; in caso di mancato versamento di una rata, la definizione decade e i versamenti effettuati sono considerati a titolo di acconto.

4.2 Piani del consumatore, accordi di ristrutturazione ed esdebitazione (L. 3/2012)

La Legge n. 3/2012 e il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (entrato in vigore nel 2022) disciplinano gli strumenti di gestione della crisi da sovraindebitamento per soggetti non assoggettabili a fallimento (privati, professionisti, piccoli imprenditori, società agricole). Tra questi:

  • Piano del consumatore: è riservato alle persone fisiche che contraggono debiti per scopi estranei all’attività d’impresa. Consente di proporre un piano di rientro al giudice, anche con falcidia dei debiti, ottenendo l’omologazione e la sospensione delle azioni esecutive. Necessita dell’intervento di un Gestore della crisi iscritto all’OCC, che redige la proposta e assiste il debitore. L’Avv. Monardo, in qualità di Gestore, può predisporre il piano e seguire l’iter presso il tribunale.
  • Accordo di ristrutturazione dei debiti: disponibile per imprenditori minori, professionisti, start‑up e imprese agricole. Prevede un accordo con i creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti; una volta omologato, vincola anche i dissenzienti. Il proponente può proporre la falcidia dei debiti, cedere beni, richiedere nuove finanze. L’avvio della procedura sospende le azioni esecutive e, in pendenza, non possono essere iscritti fermi o ipoteche.
  • Liquidazione del patrimonio: se il debitore non può proporre piani o accordi, può richiedere la liquidazione di tutti i beni, ottenendo l’esdebitazione residua dopo tre anni. L’esdebitazione è il meccanismo che cancella definitivamente i debiti non soddisfatti, consentendo un “fresh start”.
  • Esdebitazione per il debitore incapiente: introdotta dal D.Lgs. 14/2019, consente a chi non possiede beni o redditi sufficienti di ottenere la cancellazione dei debiti con un procedimento semplificato. È concessa una sola volta nella vita.

4.3 Composizione negoziata della crisi d’impresa (D.L. 118/2021)

Per le imprese in difficoltà, il decreto legge n. 118/2021 ha introdotto la composizione negoziata, una procedura volontaria che consente all’imprenditore di richiedere la nomina di un esperto negoziatore. L’esperto, iscritto in appositi elenchi presso le Camere di commercio, assiste le parti nel raggiungimento di un accordo con i creditori. Nel corso della procedura l’imprenditore può proporre il pagamento dilazionato dei debiti, la rinegoziazione dei contratti e la cessione di parte dell’azienda. L’Avv. Monardo, come esperto negoziatore, accompagna l’imprenditore nell’intero percorso, garantendo imparzialità e tutela dell’equilibrio tra debitori e creditori.

4.4 Tabella riepilogativa degli strumenti difensivi e agevolativi

StrumentoNormativa di riferimentoRequisiti principaliVantaggiSvantaggi
Rottamazione quater / Definizione agevolataLegge di bilancio 2023; successive proroghe (L. 18/2024)Debiti affidati a riscossione tra 2000‑2022; esclusi debiti penali e da aiuti di Stato; istanza entro 30 giugno 2023.Stralcio sanzioni e interessi; pagamento in 10 rate con interesse 2%; sospensione di ipoteche e fermi fino al mancato pagamento.Perdita del beneficio in caso di una rata non versata; non copre tributi locali o sanzioni penali; richiede risorse per il pagamento delle rate.
Piano del consumatoreL. 3/2012; Codice della crisi (artt. 67‑75)Persona fisica con debiti non imprenditoriali; rapporto sostenibile tra debito e reddito.Sospensione delle azioni esecutive; falcidia e dilazione dei debiti; tutela della prima casa; esdebitazione dopo adempimento.Necessità di approvazione del giudice; eventuale opposizione dei creditori; revoca se il piano non viene eseguito.
Accordo di ristrutturazioneL. 3/2012; Codice della crisiDebitore non fallibile o imprenditore minore; consenso del 60% dei creditori.Vincola anche i creditori dissenzienti; possibilità di riduzione del debito; sospensione delle azioni esecutive.Occorre raggiungere la maggioranza qualificata; tempi di negoziazione; possibile mancata adesione di alcuni creditori.
Liquidazione del patrimonio / EsdebitazioneL. 3/2012; D.Lgs. 14/2019Debitore insolvente senza possibilità di ristrutturare; cede i propri beni ai creditori.Cancellazione definitiva dei debiti residui (fresh start); gestione dell’attivo da parte dell’OCC.Perdite patrimoniali importanti; durata di almeno tre anni; esclusione di debiti per alimenti e sanzioni penali.
Composizione negoziataD.L. 118/2021Imprenditore in stato di difficoltà; nomina di un esperto negoziatore.Mantiene la continuità aziendale; facilita accordi con banche e fornitori; evita il fallimento.Successo legato alla disponibilità dei creditori; costi dell’esperto; non annulla i debiti se l’accordo fallisce.

5. Errori comuni e consigli pratici

Un’accusa di truffa contrattuale può colpire chiunque, dai piccoli imprenditori ai professionisti e ai privati. Spesso l’errore risiede nella gestione superficiale delle trattative o dei pagamenti. Ecco alcuni comportamenti da evitare e suggerimenti pratici:

  1. Ignorare la documentazione: stipulare contratti verbalmente o su moduli generici espone a contestazioni. È essenziale redigere per iscritto ogni accordo, specificando oggetto, prezzo, modalità di pagamento e termini di consegna.
  2. Omettere informazioni rilevanti: tacere su vizi, pendenze o impedimenti (es. ipoteche sul bene venduto) può integrare gli artifizi e raggiri. Comunicare tempestivamente qualsiasi problema e chiedere l’inserimento di clausole di salvaguardia.
  3. Sottovalutare l’importanza delle recensioni e dell’identità della controparte: acquistare beni da soggetti non verificati o effettuare bonifici su conti esteri aumenta il rischio di frode. Utilizzare piattaforme sicure, richiedere referenze e verificare l’iscrizione a registri professionali.
  4. Pagare importi elevati senza garanzie: anticipi e caparre devono essere proporzionati al valore del bene e tutelati da fideiussioni o contratti di escrow. Evitare il pagamento in contanti o su carte prepagate non tracciabili.
  5. Non rispettare i termini di impugnazione: molti rimedi processuali (opposizione, querela, ricorso tributario) hanno termini stringenti (da 30 a 60 giorni). È fondamentale agire tempestivamente per non decadere dai diritti.
  6. Lasciarsi convincere a ritirare la querela senza garanzie: la rinuncia alla querela chiude il processo penale ma non sempre garantisce il risarcimento. Prima di ritirare, assicurarsi che il danno sia integralmente risarcito e che vi sia una garanzia di pagamento (es. assegno circolare, fideiussione).
  7. Affidarsi a professionisti non specializzati: la materia è complessa e interseca profili penali, civili e tributari. Un professionista non esperto potrebbe non cogliere vizi formali o opportunità di definizione agevolata. Scegliere avvocati e commercialisti specializzati, come quelli dello Studio Monardo.

6. Domande e risposte (FAQ)

Di seguito una raccolta di domande frequenti per chiarire dubbi pratici sulla truffa contrattuale e sui rimedi disponibili. Le risposte forniscono solo indicazioni generali: ogni caso concreto richiede la consulenza di un professionista.

  1. Che cos’è la truffa contrattuale?
    La truffa contrattuale si verifica quando, in occasione della formazione o esecuzione di un contratto, una parte induce l’altra in errore con artifizi, raggiri o silenzio maliziosamente serbato e ottiene un profitto ingiusto con altrui danno . È punita dall’art. 640 c.p.
  2. Quando si consuma il reato?
    Si consuma quando la vittima subisce l’effettivo pregiudizio e l’agente ottiene l’ingiusto profitto. Non coincide necessariamente con la firma del contratto o con il pagamento, ma con la perdita della disponibilità del bene o del denaro .
  3. Qual è la differenza tra dolo iniziale e inadempimento civile?
    Il dolo iniziale implica la volontà di non adempiere fin dall’inizio. Anche eventuali pagamenti parziali possono essere strumentali a conquistare la fiducia della vittima. Se manca la preordinazione fraudolenta e non vi sono artifizi o raggiri, la condotta integra un mero inadempimento civile .
  4. Il silenzio può costituire artifizio o raggiro?
    Sì. Secondo la Cassazione, gli artifizi e raggiri possono consistere anche nel silenzio intenzionale su circostanze essenziali , ma solo se la omissione è finalizzata a indurre la vittima in errore e sussiste un nesso causale con il contratto .
  5. Quali prove servono per dimostrare la buona fede?
    Occorrono documenti che attestino la volontà di adempiere: contratti, e-mail, bonifici, acquisti di materiali, richieste di proroga, perizie. Dimostrare di aver agito con trasparenza (es. informando la controparte di difficoltà sopravvenute) esclude il dolo.
  6. È necessario presentare querela?
    La truffa contrattuale è procedibile a querela di parte, salvo le aggravanti (danno superiore a una certa soglia, uso di firma digitale, danno a enti pubblici). La querela va presentata entro tre mesi dalla scoperta del reato.
  7. Cosa succede se la querela viene ritirata?
    Il ritiro della querela estingue il reato solo per la truffa semplice. Se sussistono aggravanti o se si tratta di truffa aggravata ai danni dello Stato, la procedibilità è d’ufficio e il processo prosegue.
  8. Posso rateizzare il debito derivante da una sentenza penale?
    Sì. La rateizzazione è possibile sia in sede civile (accordi con la controparte) sia con l’agente della riscossione. La definizione agevolata consente di pagare in un massimo di 10 rate con interesse al 2%.
  9. Le definizioni agevolate riguardano anche i debiti penali?
    In generale no: le sanzioni penali e le pene pecuniarie non sono rottamabili. Tuttavia, se le somme iscritte a ruolo riguardano restituzioni o risarcimenti di danni, queste possono rientrare nella definizione, purché non derivino da condanne per reati di particolare gravità.
  10. Chi può accedere al piano del consumatore?
    Persone fisiche non imprenditori con debiti derivanti da consumi o esigenze personali. Occorre dimostrare la meritevolezza e la sostenibilità del piano. L’omologazione del giudice sospende le azioni esecutive.
  11. Che differenza c’è tra piano del consumatore e accordo di ristrutturazione?
    Il piano del consumatore non richiede l’approvazione dei creditori, ma solo l’omologazione giudiziale; l’accordo di ristrutturazione necessita del consenso di almeno il 60% dei creditori e si applica anche a imprenditori minori.
  12. Cos’è l’esdebitazione?
    È il provvedimento che cancella definitivamente i debiti residui non soddisfatti a seguito della liquidazione del patrimonio. Permette al debitore di ripartire “da zero” dopo tre anni dalla liquidazione.
  13. Cosa succede se non pago una rata della rottamazione quater?
    Il beneficio decade; i versamenti effettuati sono considerati acconti e l’agente della riscossione riprenderà le azioni esecutive per l’intero importo, applicando sanzioni e interessi originari.
  14. Posso chiedere la sospensione del procedimento penale per avviare una procedura di sovraindebitamento?
    Sì. La L. 3/2012 prevede la sospensione del processo penale se viene presentata una domanda di accesso a una procedura di sovraindebitamento e se la truffa rientra tra i debiti oggetto di piano o accordo. La sospensione mira a proteggere il patrimonio durante la negoziazione.
  15. Quanto costa un ricorso?
    I costi variano in base alla complessità e all’ufficio competente. Sono dovuti il contributo unificato (diversi scaglioni a seconda del valore), onorari dell’avvocato e spese vive. Nelle procedure di sovraindebitamento è prevista la liquidazione dei compensi del Gestore e dell’OCC.
  16. È possibile evitare la pubblicazione della condanna?
    Le sentenze di condanna penale sono pubbliche; tuttavia, se il reato è estinto per remissione di querela o messa alla prova, non viene riportata alcuna condanna. L’esito della sospensione del procedimento con messa alla prova comporta l’estinzione del reato e l’assenza di iscrizione nel casellario.
  17. Quali sono i rischi di dichiarare il falso alle autorità?
    Dichiarare il falso in un processo o presentare documentazione alterata è reato (artt. 372 ss. c.p. – falsa testimonianza e falso giuramento). Tali condotte aggravano la posizione e possono condurre a ulteriori imputazioni.
  18. Cosa fa lo Studio Monardo per i clienti accusati di truffa?
    Analizza il fascicolo, individua i punti deboli dell’accusa, raccoglie le prove di buona fede, negozia con i creditori, avvia procedure di definizione agevolata e piani di rientro, presenta istanze di sospensione e ricorsi. Grazie alla rete di professionisti su tutto il territorio, offre assistenza personalizzata e tempestiva.
  19. Come contattare l’Avv. Monardo?
    Attraverso il modulo di contatto presente sul sito dello Studio o mediante i recapiti indicati a fine articolo. È possibile fissare una consulenza telefonica, video o in presenza.
  20. Quali competenze deve avere un avvocato che si occupa di truffa contrattuale?
    Deve conoscere la normativa penale e civile, saper distinguere tra dolo e inadempimento, avere dimestichezza con le procedure di sovraindebitamento e con le definizioni agevolate fiscali. La capacità di coordinare commercialisti e consulenti tecnici è fondamentale per costruire una difesa efficace.

7. Simulazioni pratiche e numeriche

Per comprendere meglio le implicazioni della truffa contrattuale e delle difese possibili, presentiamo alcune simulazioni. Le cifre sono indicative e servono solo a illustrare il funzionamento delle norme.

7.1 Caso A: Vendita di un macchinario con vizi nascosti

Scenario:
Un imprenditore (Alfa Srl) acquista da Beta Srl un macchinario industriale del valore di 50 000 €, versando un acconto di 20 000 € al momento della stipula e il saldo dopo la consegna. Beta Srl omette di informare Alfa Srl che il macchinario presenta un difetto strutturale che lo rende inutilizzabile dopo 6 mesi. Dopo alcuni mesi il macchinario si rompe; Alfa contesta, chiede la restituzione del denaro e si costituisce parte civile denunciando truffa contrattuale.

Valutazione giuridica:

  1. Artifizio/raggiro: la condotta di Beta consiste nell’avere taciuto un difetto essenziale. Secondo la Cassazione, il silenzio su circostanze determinanti può integrare un artifizio . L’omissione appare finalizzata a indurre Alfa a stipulare e ad eseguire il pagamento.
  2. Errore e causalità: Alfa dimostra che, se avesse saputo del difetto, non avrebbe acquistato il macchinario. Il contratto quindi è viziato.
  3. Profitto e danno: Beta ha incassato 50 000 €; Alfa non ha potuto utilizzare il bene e ha dovuto acquistarne uno nuovo. Il danno va calcolato sull’intero importo versato e sul costo del fermo macchinari【593993921838245†L2500-L2603】.
  4. Momento consumativo: la truffa si consuma quando Alfa versa il saldo e viene privato della possibilità di ricevere un macchinario funzionante, cioè al momento della consegna viziata .
  5. Difesa di Beta: Beta sostiene di non essere a conoscenza del difetto. In giudizio, la perizia tecnico‑industriale stabilisce che il difetto era noto al produttore. L’assenza di prova della buona fede e le omissioni precontrattuali integrano il dolo iniziale.

Soluzioni:

  • Penale: Beta rischia la condanna per truffa con pena base (da 6 mesi a 3 anni) e multa, con aumento se il danno supera 50 000 €. Potrebbe patteggiare offrendo ad Alfa la restituzione integrale del prezzo e un risarcimento.
  • Civile: Alfa può chiedere l’annullamento del contratto per dolo e il risarcimento del danno; in alternativa, può ottenere la risoluzione e la riduzione del prezzo.
  • Fiscale: se il mancato utilizzo del macchinario genera perdite fiscali, Alfa potrà portarle in deduzione; Beta potrebbe subire accertamenti per l’IVA non versata.

7.2 Caso B: Professionista non abilitato

Scenario:
Un cittadino si rivolge a un sedicente commercialista (Gamma), pagandogli 5 000 € per la redazione del bilancio della propria ditta. Gamma non è iscritto all’albo; omette di informare il cliente che può svolgere solo mansioni contabili elementari. In seguito l’Agenzia delle Entrate notifica accertamenti e sanzioni per errori nel bilancio. Il cliente presenta querela per truffa e chiede il risarcimento.

Valutazione giuridica:

  1. Silenzio e qualifiche professionali: la Cassazione (sentenza n. 31895/2025) ha evidenziato che il semplice silenzio sulla mancanza di abilitazione può costituire artifizio solo se è finalizzato a far credere di poter svolgere attività riservate . Nel nostro caso Gamma ha pubblicizzato servizi tipici del commercialista e si è presentato come tale.
  2. Nesso causale: la Corte richiede la prova che l’errata indicazione della qualifica abbia indotto la parte offesa a conferire l’incarico . Il cliente dimostra che si è affidato a Gamma in quanto riteneva che fosse abilitato.
  3. Dolo: Gamma non ha alcuna intenzione di adempiere correttamente perché privo di competenze; tuttavia, se prova di aver svolto il lavoro con diligenza e di aver informato il cliente dei propri limiti, il dolo potrebbe essere escluso.

Soluzioni:

  • Penale: se il giudice ritiene integrata la truffa, Gamma rischia la pena ex art. 640 c.p. e il risarcimento. In alternativa, potrebbe essere giudicato per esercizio abusivo della professione.
  • Civile: il cliente può chiedere il risarcimento di 5 000 € più le sanzioni subite, nonché la ripetizione delle somme pagate. Può inoltre rivolgersi a un vero commercialista per sistemare il bilancio e inserire la spesa nel piano del consumatore.
  • Strumenti alternativi: se Gamma si trova in difficoltà economica, potrà valutare un accordo di ristrutturazione per saldare la somma in rate; il cliente potrà aderire alla definizione agevolata per le sanzioni derivate dagli errori contabili.

7.3 Caso C: Acquisto immobiliare con irregolarità edilizie

Scenario:
Tizio acquista un immobile da Caio per 250 000 €. Il contratto prevede che l’immobile sia in regola con il catasto e con le norme edilizie. Dopo l’atto, Tizio scopre che l’appartamento è privo di agibilità e presenta abusi. Caio sosteneva che fosse tutto in ordine ma omette deliberatamente di consegnare la certificazione. Tizio chiede l’annullamento e denuncia Caio.

Valutazione giuridica:

  1. Artifizio/raggiro: Caio ha nascosto un fatto essenziale (irregolarità edilizie). Secondo la giurisprudenza, tale omissione lede la libertà contrattuale【593993921838245†L2500-L2603】.
  2. Danno: non solo la perdita economica, ma la lesione della libertà di scegliere. Anche se l’immobile dovesse rivalutarsi, l’inganno resta punibile【593993921838245†L2500-L2603】.
  3. Responsabilità del notaio: se il notaio non verifica la conformità catastale, può essere chiamato a rispondere civilmente. Tuttavia, la truffa grava solo sul venditore che conosceva l’irregolarità.

Soluzioni:

  • Penale: Caio può essere condannato per truffa; la pena può essere aumentata se il danno supera 250 000 €. La confisca del profitto è possibile.
  • Civile: Tizio può chiedere l’annullamento del contratto o la riduzione del prezzo; inoltre può agire per il risarcimento dei danni (es. costi di regolarizzazione, penali).
  • Fiscale: in caso di annullamento, si richiede il rimborso dell’imposta di registro. Se Caio aderisce alla definizione agevolata, potrà rateizzare eventuali sanzioni fiscali legate all’abuso edilizio.

7.4 Simulazione numerica: Rottamazione quater

Immaginiamo che un soggetto sia condannato a restituire 60 000 € alla parte civile a seguito di una truffa contrattuale. Tale importo viene iscritto a ruolo insieme a 12 000 € di sanzioni e 5 000 € di interessi. Grazie alla definizione agevolata 2023–2025, il debitore presenta istanza. Il piano di pagamento prevede:

  • Capitale: 60 000 € (non rottamabile);
  • Sanzioni: stralciate integralmente;
  • Interessi di mora: stralciati;
  • Interesse agevolato: 2% annuo sul capitale dal 1° novembre 2023 fino al termine del piano;
  • Spese esecutive: 1 000 €.

Supponendo di suddividere il pagamento in 10 rate semestrali (5 anni), l’importo della rata sarà calcolato tenendo conto dell’interesse. Ogni rata sarà circa 6 200 € (60 000 € + 1 000 € + interesse 2% x 5 anni ≈ 6 000 € di interessi), per un totale di circa 67 000 €. Il debitore potrà in tal modo sanare la propria posizione evitando l’applicazione delle sanzioni originarie e delle misure cautelari. Se non paga una rata, la definizione decade e dovrà versare nuovamente sanzioni e interessi originari.

Conclusione

La truffa contrattuale è una fattispecie complessa che si colloca all’incrocio tra diritto penale, civile e tributario. La giurisprudenza più recente conferma che il reato si perfeziona solo quando si verifica un pregiudizio effettivo per la vittima e un ingiusto profitto per l’agente . L’elemento soggettivo richiede il dolo iniziale, cioè la preordinazione dell’inganno fin dall’avvio del rapporto ; diversamente l’inadempimento resta nell’ambito civilistico. Il silenzio maliziosamente serbato su circostanze essenziali può costituire artifizio, ma solo se determina l’errore e il nesso causale .

Per chi è accusato di truffa o ritiene di esserne vittima, la prima mossa è analizzare a fondo la documentazione, rispettare i termini procedurali e rivolgersi a professionisti qualificati. Strumenti come la rottamazione quater, i piani del consumatore, gli accordi di ristrutturazione e la composizione negoziata della crisi consentono di gestire il debito e, in molti casi, di ridurlo in misura significativa. La tempestività è determinante: lasciar decorrere i termini comporta la perdita di diritti e l’aggravamento delle sanzioni.

L’Avv. Giuseppe Angelo Monardo e il suo team multidisciplinare offrono un supporto integrato che abbraccia gli aspetti penali, civili e fiscali della truffa contrattuale. Come cassazionista e Gestore della crisi da sovraindebitamento, l’Avv. Monardo è in grado di:

  • individuare vizi e illegittimità nei provvedimenti notificati;
  • costruire una difesa basata sulla buona fede e sull’assenza di dolo;
  • ottenere la sospensione delle azioni esecutive e dei pignoramenti;
  • negoziare con la controparte e con l’agente della riscossione piani di rientro sostenibili;
  • accedere alle procedure di sovraindebitamento e alle definizioni agevolate.

Agire prontamente fa la differenza tra subire una condanna e trovare una soluzione vantaggiosa. Per questo è essenziale rivolgersi a professionisti esperti che sappiano muoversi tra norme penalistiche, civilistiche e fiscali, personalizzando la strategia in base alla situazione concreta.

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